Tre giorni, una estate (dall’8 al 11 agosto 2019), per assatanati di cultura : architetture, paesaggi, musei………..e cibo. Compresa una breve digressione in treno a Malmoe in Svezia, la città di Greta Thunberg, dove si arriva comodamente attraverso il maestoso ponte di Oresund.
Forse una delle più belle, ed ecologiche città d’Europa; veramente SMART. La bicicletta come stile di vita.
Città che è stata nel 2023 capitale Mondiale dell’Architettura, con il congresso dell’U.I.A. (Unione Internazionale degli Architetti). Una città che è una vera e propria BIBLIOTECA ALL’APERTO dell’Architettura.
Una città che, sembra assurdo, è anche molto, molto “balneare”.
Quì sotto il LINK ad una MAPPA che racconta la visita localizzando i luoghi.
Sigurd Lewerentz (https://it.wikipedia.org/wiki/Sigurd_Lewerentz), grande architetto svedese, raggiunge l’apice della sua poetica, con il chiosco dei fiori del Cimitero Est di Malmö (Östra kyrkogården, Sallerupsvägen), del 1969.
Nel sublime e minimalista, piccolo edificio, la decorazione non palesa più i contenuti della costruzione, sinergica a testimoniare il “sentire” del suo tempo, come era avvenuto in passato, ma si fa dichiarazione di nuovi valori autonomi, sia formali, che materici, suggerendo un probabile futuro per l’architettura che, di fatto, è diventato il nostro presente. Tanti gli “spunti poetici” legati al mondo lecorbuseriano.
Servirebbero studi ed analisi approfondite, ma appare chiaro, che questo minuto edificio “criptico”, è di fatto un manifesto per una architettura essenziale ed innovativa. Una “pietra” lanciata nel futuro, dal grande architetto svedese, quasi un lustro prima di morire.
Elementi di un manifesto che si possono facilmente ravvisare in molte architetture contemporanee, svizzere ad esempio.
SOPRA – Planimetria del Cimitero Est di Malmö, con evidenziato in rosso il chiosco dei fiori
(tratta da Google Earth)
Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate
Dall’alto domina la piana di Magadino a 230 metri sopra il livello della città. Tipica fortezza sforzesca, le sue masse murarie, per compenetrazione di volumi, sono ridotte all’essenzialità di una figura geometrica. Si deve la sua costruzione per ordine del Duca di Milano nel 1479 in poco più di sei mesi di lavoro dopo la battaglia di Giornico. Dai bellinzonesi è detto anche Castello di Cima. Dal 2000 è inserito insieme a Castelgrande ed al castello di Montebello, come un bene UNESCO.
Questo fortilizio austero e dalla planimetria semplice ed essenziale, fu innalzato per garantire al meglio la chiusura della Valle del Ticino, con lo scopo di arginare le popolazioni provenienti dal Nord delle Alpi, ed istituire dazi al passaggio delle merci. Dopo il 1798, lentamente venne completamente abbandonato.
SOPRA – Vista di Varese dall’alto del giardino di Villa Panza
SOPRA – La corte di Villa Panza che si apre sul giardino, con l’opera Cone of water di Meg Webster, 2016
Partendo dalla visione paesaggistica della città di Varese dall’alto, che bene si può cogliere dal giardino all’italiana, di villa Panza di Biumo, oggi bene FAI (https://fondoambiente.it/luoghi/villa-e-collezione-panza); ed idealmente entrando, all’indietro, nel “contenitore museale”, attraverso la corte, una finestra, per apprezzare le stanze della meravigliosa installazione, decantata nel corso del tempo, dal sofisticato e stimolante progetto espositivo di Giuseppe Panza, si può cogliere, anche in una uggiosa e fredda giornata autunnale, la magnificenza del luogo.
Meglio se si è pure accompagnati da una colta, ed esperta studiosa della collezione, opportunamente agghindata, quasi per essere parte, essa stessa, dell’esposizione d’arte.
L’esposizione delle opere di Wolfgang Laib, che si intitola “Passageway”, bene identifica questi anni sofferti di “passaggio”, che stiamo attraversando. Passaggio da un sistema di vivere, produrre e consumare, che ci sta portando al collasso dell’ecosistema planetario, ad un’altro sistema di vita che ci sarà imposto dalle circostanze climatiche.
Nell’attività dell’artista tedesco, nato a Metzingen il 25 marzo 1950, il passaggio che attua con la sua attività artistica, è quello della materia naturale organica : riso, cera d’api, in artefatti artistici, grazie all’azione operata dalla sua attività.
E’ anche un “passaggio” tra materiale ed immateriale, tra concreto ed astratto.
Ci vogliono cinque mesi perchè dal seme del riso nascano un germoglio, e quindi una piantina. Poi che questa fiorisca, fruttifichi, in un ciclo continuo che si succede incessante da millenni.
SOPRA E SOTTO – Wolfgang Laib, Passageway Inside – Downside, 2011/2012, 52 navi in ottone
SOPRA – Nave di ottone, su letto di chicchi di riso
SOPRA – Wolfgang Laib – Brahmanda, 2016/2022, Granito indiano nero lucidato con olio di girasole
SOPRA – Wolfgang Laib – Untitled, 2023, Scultura in cera d’api e riso
SOPRA – Wolfgang Laib – Crossing the River for Bodidharma 2023, Lavori in colore bianco su sfondo bianco
Dichiara l’artista : “Per me è molto bella la sensazione di poter superare il tempo”, ed ancora : “Credo che l’arte davvero importante sia senza tempo”.
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Juan Martin Piaggio era un persona deliziosa, oltre che un architetto colto e docente valente. Era anche un eccelso chef che ho potuto apprezzare tanto tempo fa, a casa sua sui Navigli milanesi.
Era un architetto itinerante, infaticabile, mai fermo, alla ricerca di sé stesso e di quel lavoro, che spesso gli è stato negato, come racconta lui stesso in questa intervista –
L’ultima volta che l’ho incontrato è stato, qualche anno fa, alla libreria Hoepli a Milano; ambedue alla ricerca di libri. Mi ha descritto la difficoltà di trovare testi validi di architettura in Colombia. Era a Milano a cercare contatti tra il Politecnico e l’Universidad de Boyaca dove lavorava.
Qualche settimana fa, in Colombia (laddove insegnava – https://www.linkedin.com/in/juan-mart%C3%ADn-piaggio-866627a/) mentre caricava sull’auto alcuni cartoni, per l’ennesimo trasloco, questa volta verso la Toscana, è stato colto da un infarto che lo ha ucciso all’istante.
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Sede rappresentativa del locale Partito Fascista, come Casa del Fascio fu edificata tra il 1936 ed il 1940. Attualmente dopo una manutenzione delle facciate, quella che è stata denominata ora “Casa della Libertà”, rivestita in marmo bianco-rosato di Zandobbio (https://shorturl.at/tzRTZ), restituisce il meglio di questo prezioso materiale geologico locale.
Il progettista : Alziro Bergonzo (30 dicembre 1906 – 22 maggio 1997) è stato un raffinato architetto e pittore italico, esponente del razionalismo. La sua attività è stata caratterizzata da grande professionalità ed attenzione formale – https://it.wikipedia.org/wiki/Alziro_Bergonzo
Altre opere eccellenti dell’architetto Bergonzo, sono :
Casa dell’Opera nazionale balilla, poi Auditorium Modernissimo, Nembro (1936);
“Casa del Fascio”, Municipio di Nembro, Nembro, 1940;
Villa Trussardi, via Diaz/Cadorna, Bergamo (1945), demolita nel 2012;
Sistemazione del Lido di Venezia, 1946;
Cinema Teatro Manzoni, Milano (1946-50).
La parete di fondo del portico ha una fascia basamentale rivestita di pietre con taglio a punta di diamante, coronata da un fregio con otto formelle a bassorilievo dello scultore Leone Lodi con soggetti tra cui “Il lavoro della terra”, “L’unione coniugale”, “I mestieri” e la “Navigazione”. – https://it.wikipedia.org/wiki/Leone_Lodi
Sopra l’ampio ingresso profilato da una cornice con cassettoni circolari – motivo ripreso anche nella copertura del portico -, il prospetto è unito ai quattro pilastri centrali da una scala che collega il primo piano con la balconata per i discorsi pubblici, attrezzata con un podio mobile in rame. Superata la scala di accesso, decorata ai lati da sei bassorilievi di Edoardo Villa raffiguranti protagonisti della storia bergamasca, si entra nell’atrio monumentale, originariamente illuminato da vetrate e lucernario.
In occasione di Bergamo/Brescia capitali italiane della cultura 2023, all’interno della sala per le adunata, è stata allestita una bella mostra a cura dello Studio Luca Molinari, dal titolo: “BERGAMO ’23. VISIONI PER UN FUTURO PRESENTE” – https://shorturl.at/azG14
“Nel fracasso di un cantiere edile il tronco spala, impasta materia opaca, bianco di calce, grigio di cemento, rimesta a secco, aggiunge acqua, la pala va a spinta di schiena e di braccia, il polso la guida a rigirare e non si ferma, va così per le sue ore prigioniere e sembra così saggio, il corpo,che maipotrò abituarmi ad abitare dentro uno scheletro così sapiente di fatica.”
Erri De Luca, Sulla traccia di Nives, 2005
Il Direttore dei lavori, in un cantiere edile, ma probabilmente in ogni cantiere, è come un capitano, che in viaggio a rotta predeterminata, da un porto all’altro, deve condurre la propria imbarcazione, con abilità e sapienza.
Lo deve fare nei tempi prestabiliti e con i mezzi e le persone che gli sono state destinate.
Nel caso dell’edilizia odierna, il Direttore dei lavori, deve saper conseguire anche una qualità complessiva dei lavori, che non sempre corrisponde all’entità economica messa a disposizione.
Come dichiarava John Ruskin: “La qualità non è mai casuale; è sempre il risultato di uno sforzo collettivo sapiente.”
Saper instillare, nelle persone con cui si collabora, l’orgoglio di conseguire la migliore qualità possibile, per il lavoro che si fa, è un fatto molto importante, che riguarda chi dirige, ma anche l’ultimo aiuto manovale del cantiere.
L’errore più grave, che spesso si fa in un cantiere, è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle qualità che non possiede, trascurando di coltivare quelle che sicuramente ognuno ha.
“La costruzione è l’arte di fare un insieme significativo di molte parti. Gli edifici sono testimoni della capacità umana di costruire cose concrete. Credo che il vero nucleo di tutti i lavori di architettura risieda nell’atto di costruire.”
Peter Zumthor, Pensare architettura, 1998
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SOPRA – Edificio Sarca OPEN 336, Park Associati 2023
Una presenza fortemente rappresentativa della “verzura” è ormai un fatto consolidato nell’edificato terziario che si realizza a Milano, e ciò al di là della sostenibilità espressa per regolamenti vigenti e/o certificazioni (Leed, Breeam, Well, ecc.).
Rendere sempre più “appetibili”, dal punto di vista della percezione ambientale, i nuovi interventi è ormai un “must” irrinunciabile, all’epoca del “Disastro Climatico Planetario”.
Rendere percepibile uno sforzo (anche economico) per contrastare il “Climate Change” è un atto dovuto che deve essere trasmesso anche visivamente ai committenti, agli utenti, ma soprattutto alla Pubblica Amministrazione.
Due recenti interventi di terziario all’Ex Area Breda di Viale Sarca a Milano, bene testimoniano di questa tendenza. In ambedue i casi si sono dedicate attenzioni alla localizzazione di aree verdi : sulle facciate, sul tetto, entro gli uffici, ecc.
Completamente diverso l’approccio dell’antistante edificio denominato SUPERLAB, progettato dai piemontesi Balance Architettura (http://www.blaarchitettura.it/).
Infatti, quì trattasi, di un risanamento di un edificio già esistente, sede degli uffici tecnici Breda (http://www.blaarchitettura.it/projects/2019_BLA_BREDA336/index_ita.html). La struttura è stata “scaricata” dalle facciate e dagli impianti, disvelando una struttura in cemento armato ed in ferro (reticolare), che è stata ripristinata, lasciandola a vista, ed adeguandola alle normative odierne (https://archello.com/project/superlab).
Anche quì, la natura entra dentro all’edificio, sarà posizionata nei prossimi mesi sulla copertura, ed è parte integrante della “sostenibilità” di tutto il complesso.
SOTTO – Edficio Superlab di viale Sarca 336, Balance Architettura, 2023
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SOPRA –Dettaglio innesto delle colonne in acciaio, nel pavimento lapideo – La Neue Nationalgalerie (letteralmente: «nuova galleria nazionale», in contrapposizione alla Alte Nationalgalerie – «vecchia galleria nazionale») è un museo di Berlino destinato, dalla sua istituzione, ad occuparsi dell’arte del ventesimo secolo. Il museo si trova nel Kulturforum ed è considerato, insieme alla Gemaldegalerie e al Kunstgewerbemuseum, uno dei più importanti musei siti nell’area. L’edificio è stato progettato da Ludwig Mies van der Rohe, che ricevette l’incarico di progettarlo nel 1962, e fu inaugurato nel 1968.
SOPRA – Dettaglio della gronda/cornice – La Frederick C. Robie House è una costruzione progettata dall’architetto Frank Lloyd Wright, completata tra il 1908 ed il 1910. Si trova a Chicago Illinois, negli USA. Oggi è una dei National Hystoric Landmark degli Stati Uniti d’America, in virtù della sua importanza artistica e storica; è conosciuta infatti come la migliore rappresentazione della Prairie House School, Stile architettonico statunitense degli inizi del Novecento.
SOPRA – Dettagli Patio coperto del British Museum a Londra. Dal 2000 la luce inonda totalmente il nuovo spazio grazie all’immensa copertura di cristallo e acciaio (6000 metri quadrati di superficie e quasi 800 tonnellate). Il progetto di Norman Foster e Associati permette ai circa 5,5 milioni di visitatori annuali di muoversi più facilmente tra le gallerie del museo. Foster vinse il concorso, nel 1995, tra 132 professionisti. Liberando il patio e lasciando solo la sala lettura, il progetto crea grazie ad una copertura trasparente al di sopra dell’ambiente, una nuova “piazza” coperta. Senza lasciarsi intimidire dall’incarico Foster e gli ingegneri Buro Happold hanno dotato il museo di una volta di cristallo disposta come un rompicapo gigante. Per costruirlo sono stati necessari 3312 cristalli da 315 tonnellate e 478 tonnellate di acciaio.
SOPRA – Dettagli caminetto/mensola/serramento, piano primo, Villa Savoye a Poissy, Francia. Architetti : Le Corbusier, Pierre Jeanneret, 1928/1931
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