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Builders of the future

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Ernen


L’aspetto di Ernen (nel Vallese svizzero), 219 chilometri da Milano attraverso il Passo della Novena, è determinato molto dalla sua posizione: ampiamente affacciata, sul pendio, nella conca della valle di Fiesch. Per secoli Ernen (https://www.borghisvizzera.ch/scheda/ernen/) si è trovata posizionata magnificamente lungo la strada a valle del distretto di Goms e quindi all’ingresso dei passi della Furka e del Grimsel. Oggi un moderno ponte strallato, ciclo-pedonale, tra i più lunghi al mondo, collega Ernen alla strada cantonale (https://www.myswitzerland.com/it-it/scoprire-la-svizzera/route/ponte-sospeso-nei-pressi-di-ernen/) ed alla stazione ferroviaria Furka-Oberalp. Giardini e frutteti intatti circondano l’insediamento a semicerchio verso la valle. Nel centro del paesino si addensano edifici residenziali costruiti nello stile tipico della regione, solitamente orientati verso sud-ovest e intervallati da piazzette e giardinetti che danno respiro al centro abitato. L’unicità della piazza centrale la rende una delle più belle della Svizzera. Attorniata da prominenti edifici, tra i quali la Tellenhaus (1576) che custodisce una delle più antiche raffigurazioni dell’eroe nazionale svizzero Guglielmo Tell (https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Tell), portata a termine nel 1578.

Lasius G. , Tellenhaus, Ernen. (Aus: Das Bauernhaus in der Schweiz, hrsg.v. Schweiz. Ingenieur- und Architektenverein, 1903): Grundriss Keller, EG, 1. OG, Querschnitt, Längsschnitt. Druck auf Papier, 47,6 x 33,7 cm (inkl. Scanrand). Architekturmuseum der Technischen Universität Berlin Inv. Nr. B 1923,56.

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate

Tangibile / Intangibile


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Mentre il “Gran camminatore” di Alberto Giacometti, osserva, nel suo dinamismo immobile, il lago di Lugano, dall’alto (ed all’interno) del LAC, il bel centro culturale progettato da Ivano Gianola, decine di piccoli motori elettrici, rendono tangibile il trascorrere del tempo, nella loro individuale asincronia poco architettonica. Installazione “site specific”, di una precisione geometrica rigorosissima,  realizzata dall’artista svizzero Zimoun.

Sempre all’interno del LAC, ma sottoterra, lo spazio architettonico sembra assumere una dimensione insolita ed improbabile, forme intangibili di luce (nel buio) volute da Antony Mc Call, materializzate da improbabili nebulizzazioni “impalpabili”.

Tra questi due opposti tangibili/intangibili, contenuti in una “rigorosa” architettura, una esposizione tradizionale sui riferimenti culturali dell’orizzonte artistico del Ticino (tra metà Ottocento e metà Novecento).

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate

Con i piedi in acqua


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“Resuscitare l’enorme edificio del ricordo”

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto

Ieri 22 luglio 2015, recatomi in studio, dopo una notte passata a cercare di dormire con una temperatura di oltre 33 gradi, ho visto nello sguardo dei miei collaboratori lo stesso tormento notturno.

La temperatura interna dei locali, nonostante fosse mattina, rasentava i 31 gradi. Le previsioni meteorologiche davano per il pomeriggio 39/40 gradi di temperatura esterna. Abbiamo quindi deciso, di comune accordo, di sospendere le “minime” attività lavorative, assolutamente tutte quante rimandabili facilmente ad altra data, e di trasferire tutti in altro luogo.

I “ricordi”, mi hanno condotto a circa 140 chilometri da Milano, dove da bambino mio padre (che lavorava in una ditta svizzera di collanti industriali) conduceva in estate la famiglia per piccole ascensioni giornaliere.

I Laghi Ritom e la Val Piora (di cui abbiamo già trattato in questo blog, in passato), costituiscono forse uno dei più bei luoghi montani delle Api Svizzere versante sud. L’altopiano di Piora, che sovrasta la Valle Leventina, è disseminato di una gran quantità di incantevoli laghi di montagna, resti dell’ultima era glaciale. Ricco di una flora alpina bellissima, l’altopiano situato a una mezz’ora scarsa a piedi dalla stazione a monte della funicolare (che ha la stazione di partenza da Piotta) di una ripidezza incredibile. Una delle funicolari più ripide al mondo (https://www.ritom.ch/funicolare/).

https://it.pinterest.com/dariosironi/ritom/

Dall’Altopiano della Val Piora è inoltre possibile fare delle ascensioni in alta montagna, magari pernottando nei numerosi rifugi ed ostelli presenti in valle.

http://www.ritom.ch/home/

La digressione nell’incantevole paesaggio alpino svizzero, ha consentito al gruppo di passare una giornata al fresco (mai superati i 25 gradi), al sole, e di discettare in merito ai “massimi sistemi dell’architettura”. Disciplina che al di là delle “timide” presunte riprese del mercato immobiliare verserà ancora per molti anni in una condizione di estrema precarietà, sia economica che culturale.

http://www.repubblica.it/economia/2015/04/27/news/produzione_edilizia_confartigianato-112955671/

In tre punti la sintesi dei “discorsi con i piedi in acqua”, elaborati a lato del Lago Tom.

1 –  Spendiamo troppo tempo ad elaborare le giuste domande sull’Architettura che dobbiamo realizzare. A “flagellarci” in merito alla crisi del settore che perdura dal 2009. Bisogna dedicare più tempo alle risposte, che spesso ci vengono dall’osservazione di “cose” esterne all’ambito disciplinare dell’architettura : un quadro, un organismo biologico, una scultura, una bella persona, delle pietre, ecc..

2 – In architettura, sempre entrano in gioco delle “forze primitive”, quali : la gravità, la natura, la luce, il tempo, ecc., bisogna sempre fare implementare queste “forze” in quello che si progetta. Spesso un edificio realizzato esclusivamente di vetro oppure finito con una “pelle indifferente” non aiuta a fare ciò.

3 – Quello che ci affascina di più dell’Architettura è la continua ricerca di purezza, di finezza, di compattezza che si ottiene esclusivamente dall’osservazione del paesaggio mutevole, prodotto dalla modificazione continua introdotta dalla vita quotidiana della specie umana.

https://youtu.be/eQu_XONdMM4

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Il tempo delle rughe


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Luigi Snozzi (1932) 

In una calda ed umida serata di metà luglio, si è tenuta nell’Ex Convento delle Agostiniane di Monte Carasso (Svizzera), la serata conclusiva del XXII Seminario Internazionale di Progettazione. Seminario che quest’anno ha visto la partecipazione di 24 “Seminaristi” e di numerosi insegnanti.

Tra questi insegnanti sicuramente va segnalato l’importante apporto di Roberto Briccola, architetto di Giubiasco ed insegnante all’Accademia di Architettura di Mendrisio, che ha tenuto una interessante lezione, il 7 luglio, dal titolo : ” La tua casa è la mia città”.

https://www.carasc.ch/Architettura-e9f4e000

E come si è in uso fare, da quando, negli anni Ottanta del Novecento, a Monte Carasso, si sono adottate regole di pianificazione dove architettura, urbanistica e paesaggio “lavorano assieme” (sotto l’egida dell’Architetto Luigi Snozzi), ci siamo recati in macchina da Milano  (con un caro amico architetto : Marcelo Barreiro) ad attingere a questa fonte infinita, che ha la sua “ciliegina sulla torta” proprio nella lezione conclusiva del Seminario Internazionale.

processo pianificatorio (1)

Quì a Monte Carasso, abbiamo assistito, nel corso del tempo, alle magistrali lezioni di Michele Arnaboldi, Aurelio Galfetti, Mario Botta, Eduardo Souto de Moura, Livio Vacchini, Gonçalo Byrne, Alvaro Siza, Paulo Mendes da Rocha, Guillermo Vasquez Consuegra, Manuel Aires Mateus.

Anche la sera del 16 luglio 2015, è stata impreziosita dalle elucubrazioni architettoniche del portoghese  João Luís Carrilho da Graça (attore principale della critica finale del Seminario), che ha presentato tre progetti a Lisbona, ed uno ad Evora.

Ma al di là di quello che è stato detto dall’insigne oratore, sui suoi progetti : analisi territoriale, genius loci, sintesi sociale, luce, volumi; il “tempo” quale “materiale” della buona architettura è stato l’epicentro della serata.

Anzi sarebbe giusto dire due “azioni temporali” che agivano parallelamente.

La prima quella colta di un professionista, un docente universitario, che, operando con la sua architettura, implementa in essa l’azione storica che il “tempo” (e gli uomini), hanno sedimentato nel paesaggio urbano di una delle più belle città europee (Lisbona). Facendo un’operazione progettuale, che ormai in molti professionisti che assurgono agli onori delle riviste, non è più in uso fare.

La seconda, il “tempo nostro”, che trascorre inesorabile ed è ben leggibile nelle stupende “rughe sul volto” che condividiamo con Luigi Snozzi. Rughe “meravigliose” presenti non sono solo sulla pelle, ma anche nel pensiero, ed inevitabilmente trasposte più o meno scientemente nell’architettura,  che come scrive Andrej Tarkoskij nel suo bellissimo libro “Scolpire il Tempo” : ” In un film (ndr – come in un’architettura) vi sono sempre più idee di quante non ne abbia messe coscientemente l’autore. Come la vita, muovendosi e mutando incessantemente, dà a ciascuno la possibilità di interpretare e di sentire a modo suo, ogni istante, analogamente un film autentico (ndr – ma anche un’architettura autentica), contenente un’esatta registrazione del tempo sulla pellicola, espandendosi oltre l’inquadratura (ndr – oltre le mura di un edificio), vive nel tempo se anche il tempo vive in lui: lo specifico del cinema (ndr – e dell’architettura) è racchiuso nelle caratteristiche di questo processo di interazione”.

Alla fine della conferenza un leggero e fresco venticello, ha incominciato a soffiare dalle alture della Cima dell’Uomo, che con i suoi  2.390 metri sul livello del mare, domina Monte Carasso e la Piana di Magadino.

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Melano Memories


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Nicola Baserga e Christian Mozzetti

Cosa è una “buona architettura” : è un edificio che, oltre a rispondere al programma funzionale, riesce attraverso la composizione delle facciate, i materiali, la disposizione planimetrica, ad esprimere “bellezza”.

Come scrive Alberto Campo Baeza, nel suo bel libro : “L’idea costruita” (Edizioni  LetteraVentidue, 2012) – L’Architettura deve offrire all’uomo quel “qualcosa in più”, misterioso però concreto, che è la Bellezza. La Bellezza intelligente che è la conseguenza di opere che sono idee costruite. Qualcosa di più, molto di più, che la mera costruzione. – 

Ecco l’edificio commerciale ed amministrativo di Melano (Svizzera), opera di Nicola Baserga e Christian Mozzetti, ha tutte queste caratteristiche. E’ inoltre un’operazione interessante di collaborazione e sinergia tra pubblico e privato.  Costato 6,1 milioni di Franchi, il nuovo centro amministrativo (900 metri quadrati in pianta) che il Comune di Melano ha costruito lungo la strada cantonale, ha la particolarità che conterrà al pianterreno un centro commerciale della Migros. L’affitto servirà così a finanziare l’opera dove al piano superiore si insedieranno i nuovi uffici comunali, in una struttura complessivamente comunque flessibile. L’edificio è eco-sostenibile e sul tetto ha un impianto fotovoltaico. Meravigliosa l’enorme porta in rovere, dell’ingresso della parte amministrativa.

Qui sotto il link con le foto dell’edificio

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Il Sindaco di Melano che indica il terreno vuoto in cui è stato costruito l’edificio

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Englih version (Abstract)

What is a “good architecture” is a building that, in addition to responding to the functional program, succeeds through the composition of the facades, the materials, the ground plan, to express “beauty”.

As written by Alberto Campo Baeza, in his book: “The idea built” (LetteraVentidue Editions, 2012) – The Architecture must offer man that “something more”, mysterious but real, that is Beauty. The Intelligent Beauty which is the result of works that are built ideas. Something more, much more, than the mere construction. –

Here is the commercial building and administrative Melano (Switzerland) by Nicola Baserga and Christian Mozzetti, has all these features. It ‘also interesting task of collaboration and synergy between public and private. Cost 6.1 million francs, the new administrative center (900 square meters in plan) that the City of Melano built along the main road, has the peculiarity that will contain the ground floor of a shopping center Migros. The rent will serve well to finance the work where the upper floor will settle the new municipal offices, in a total still flexible. 

Pit Stop


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Sergio Cattaneo Architetti ha elaborato il progetto del nuovo Easy Stop, che si trova a Coldrerio in direzione nord sull’autostrada Svizzera, che da Chiasso conduce a Mendrisio. Si tratta di un progetto di ristrutturazione di una struttura esistente, un’opera di “pelle” intelligente e colta, che si può apprezzare soprattutto negli interni, che sono molto curati con ampio uso di corian bianco : tavolini, bancone bar, ecc.. Tale materiale e un’attenta gestione delle aperture, consente una luminosità che conferisce agli ambienti interni, quell’accoglienza che è ormai un fatto consolidato nelle aree autostradali svizzere dedicate al “pit stop”. Carine anche le aree dedicate al wi-fi gratuito, con tablet a disposizione degli avventori e l’ampia area esterna a foggia di gradevole terrazza schermata dal rivestimento metallico microforato. Di ottima qualità i prodotti venduti sia al banco del bar, sia nel piccolo negozio. Rallentare, scalare le marce per provare a vedere se così si vive meglio, è quello che di fatto ci suggerisce questo intervento di architettura di supporto al viaggiare in auto, a lato di una delle autostrada più trafficate d’Europa. E questa è già una conquista importante per un’intervento così piccolo e minimale.

Quì una mappa con la localizzazione dell’Easy Stop

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PNR65 – MAD13


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Quì sopra alcune immagini della mostra PNR 65 all’Agricola Ticinese di Giubiasco

“Andate fiduciosi nella direzione dei vostri sogni, vivete la vita che avete sempre immaginato.”

Henry David Thoreau

Atene assedia la città di Mitilene (sull’Isola di Lesbo), che era passata dalla parte degli Spartani nel 428 a.C.. Mitilene cade e gli Ateniesi si riprendono la città. Dopodichè si riuniscono in pubblica assemblea per decidere cosa fare degli sconfitti. Votavano tutti quelli degni di andare in assemblea (circa il 15% della popolazione ateniese) con un metodo che chiamavano democrazia.  Si trattava di circa 15/20 mila persone, e lo spettacolo di tale consesso, doveva essere meraviglioso. Un quantitativo enorme di individui che discute, in merito alla pena da infliggere ad una città “traditrice”, sotto l’influsso emotivo di una guerra appena vinta.

La decisione fu di uccidere tutti i maschi adulti e vendere come schiavi donne e bambini. Una decisione, violenta e crudele, che di fatto negava la possibilità di un futuro per Mitilene. Democrazia ed impero sono incompatibili, chiara contrapposizione alle idee di Pericle, per il quale democrazia ed impero ateniesi sono due facce della stessa medaglia. In realtà, secondo Cleone le democrazie hanno difficoltà a reggere un impero, perché all’interno di una democrazia i rapporti tra cittadini sono tali per cui, stupidamente, si crede che anche tra alleati ci possano essere simili rapporti di fiducia

Discussero e votarono per tutto il giorno ed a sera, andarono a dormire. La mattina successiva, molto presto, una nave ateniese salpò per andare a comunicare il verdetto ai cittadini di Mitilene. Più tardi quando i partecipanti all’assemblea si svegliarono, ognuno a casa propria, ripensandoci si rimisero a discutere in merito alla decisione presa. Riconvocarono l’assemblea  e ripresero a discutere le sorti di Mitilene.

Nel dibattito assebleare riassumibile nella diatriba tra Cleone e Diodoto si assiste al contrasto tra una politica radicale e una politica moderata. Tuttavia, neanche quest’ultima ha avuto grandi risultati: infatti, finora Atene ha messo in pratica un atteggiamento moderato nei confronti degli alleati e il risultato è stata la defezione di Mitilene.

Prevalse comunque un atteggiamento di moderazione, che portò ad esprimere un nuovo verdetto che condannava a morte solo i diretti responsabili del tradimento (alcune centinaia di persone), risparmiando la vita a molte migliaia di maschi adulti.

Quindi fecero immediatamente salpare una seconda nave, molto più veloce, che portasse il nuovo verdetto, annullando il primo. Ai rematori diedero viveri in abbondanza e l’assicurazione di un ricco premio se fossero riusciti a raggiungere la prima nave.

Così fu e Mitilene salvò la maggior parte della sua popolazione.

Ecco l’idea di “democrazia” viene da questa vicenda, come racconta Alessandro Baricco nel libro “Una certa idea di mondo”, recensendo il bellissimo libro di Kagan Donald “La Guerra del Peloponneso”.

Cosa centra tutto ciò con l’architettura ?

Se l’architettura, nasce dalle relazioni che si vogliono stabilire tra il contesto e la nuova opera che, realizzandosi, lo trasforma; allora vuol dire che una relazione “intima e democratica” tra questi due elementi : architettura e contesto deve essere data quale presupposto.

Una relazione intima e democratica, che deve essere oggetto di analisi, e tesi, ma che può anche essere oggetto di ripensamenti frutto di una visione moderata e non radicale di questo rapporto.

Perchè è il ripensamento, costruttivo e fecondo, l’arte sottile dell’architettura, come lo è per la democrazia.

Quì sotto alcune immagini di MAD 13 all’Accademia di Mendrisio

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