Oggi, avendo poco o nulla da fare, a causa di una crisi del settore edilizio, che sta “mordendo sempre di più” (i pagamenti delle fatture sono passati in tre mesi, da 60 giorni a 180 giorni!) , ci siamo messi, in studio, a valutare alcune offerte “free” in rete, in merito al cloud computing. Dato che sarebbe un bel vantaggio condividere in rete file ed in parte il lavoro di disegno e di controllo. Da alcune settimane Google Chrome, ci stimolava a visionare le App del suo Web Store. E così abbiamo fatto. A parte il fatto che in questo negozio virtuale, a farla da padroni sono i giochi in rete : Angry Birds, Plants Zombies, Cargo Bridge, ecc., però da alcune settimane anche le applicazioni per gestire meglio la posta elettronica ed i social network, nonchè quelle per il lavoro, stanno acquisendo sempre più credibilità. Tra queste, oggi abbiamo provato Autocad WS. Dal Web Store di Chrome, una volta creato un account, ti scarichi gratuitamente (free) la tua App, che poi ti appare, insieme alle altre, nella videata del browser (Chrome), a fianco dei siti più visitati. Quindi puoi aprire il programma, che ovviamente è in remoto, per l’appunto in Cloud Computing (o Nuvola che dir si voglia).
La videata di Autocad WS
E’ un programma strepitoso, Autocad WS, che ti consente di lavorare in rete, in gruppo, condividendo lo stesso disegno, chattando per passarsi informazioni e suggerimenti. Insomma una nuova dimensione del nostro lavoro di architetti. Immaginate, tre persone, che si “incontrano” nella “Nuvola” e lavorano, disegnano e discutono di un progetto di architettura che stanno realizzando assieme; uno di questi “inusuali” progettisti, magari stà in un parco, dove wi-fi accede ad una rete pubblica ADSL, l’altro stà comodamente a casa, un altro ancora (più tradizionale) stà in ufficio. Ovviamente all’inizio bisogna caricare un file, in quanto per ora (il programma è di Autodesk) non è possibile generare direttamente un file nuovo. Poi tutto funziona come in un Autocad normale, tutti i comandi sono semplificati, ed alla fine delle attività progettuali è possibile salvare il file in rete, nella “Nuvola”. E’ possibile anche farne, del file, un PDF, caricare immagini, inserire un CTB di stampa. Per ora tutto solamente in 2D, ma è già tantissimo. Inoltre, sempre nel Web Store di Chrome puoi scaricarti un App gratuita per scrivere relazioni o testi sempre in condivisione e nella “Nuvola”. Il tutto (Autocad WS e Testi) ha anche apposite App per funzionare sia sui tablet che sugli smartphone. Se poi a tali strumenti si aggiunge la possibilità di un dialogo, “vis à vis”, via Skype, anche le riunioni di coordinamento appaiono come una cosa antelucana. Inoltre i file in PDF (di disegno e di scritto) che abbiamo generato, li possiamo inviare a mezzo di posta elettronica ad un service, che li stampa e li recapita dove si vuole. La sensazione è che in un futuro molto prossimo, lo studio tradizionale, l’ufficio, statico e costoso, sia definitivamente “morto”, in favore di un telelavoro, dove ognuno sceglie quando erogare la propria prestazione (magari di notte o a frammenti), condividendo solo riunioni operative in rete, nella “Nuvola”. A predominare è il cronoprogramma, la consegna finale, magari con step intermedi. Meraviglioso e tutto gratuito !!!! ????
https://chrome.google.com/webstore/detail/dcjeclnkejmbepoibfnamioojinoopln
Avrò 52 anni, tra pochi mesi, se penso che ho iniziato a lavorare a 19 anni (nel 1979) come disegnatore, sulla carta da lucido, con la china, lasciando su quei fogli sudore, ma anche abilità e tempo, tanto tempo, a tracciare linee coerenti ed esteticamente gradevoli. Se penso che anche solamente scegliere la grammatura della carta da lucido era un’arte sopraffina ed ognuno aveva il proprio “stile” e le proprie “manie”. Se penso che nello studio in cui ho iniziato a lavorare, che era “piccolo”, eravamo in quindici persone (c’era chi iniziava squadrando solamente fogli, chi faceva i sottomano a matita, chi disegnava dettagli, ecc.), oggi nel mio studio siamo in tre e “movimentiamo” gli stessi quantitativi di lavoro d’allora. Posso, quindi, tranquillamente dichiarare che il lavoro del “fare architettura” è profondamente cambiato in questi ultimi 30 anni, in meglio o in peggio, non so, certamente è definitivamente cambiato il modello sociale ed economico legato a questo tipo di lavoro, che da manuale si è definitivamente trasformato in virtuale. Rimpianti, assolutamente nessuno, è semplicemente la logica conseguenza dell’evoluzione sociale e tecnologica; anche se poi gli edifici, ancora oggi, è necessario che qualcuno li costruisca “realmente” in maniera fisica………. come allora.
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