Ricerca

costruttoridifuturo

Builders of the future

Tag

#parco

GHOST DREAMS


Sono stato alla fondazione Beyeler di Riehen (Basilea), decine di volte, ed ogni volta una sorpresa nei criteri di allestimento, nella qualità della proposta museale. Ma questo “fuori/dentro” dal museo al giardino, che ho potuto apprezzare oggi, ha qualcosa di sorprendente, di meraviglioso, che lega l’arte intimamente con le regole della Natura planetaria di questa parte di Universo…..Sogni fantasma – https://www.fondationbeyeler.ch/en/exhibitions/ghost-dreams

Per la prima volta nel quarto di secolo della Fondation Beyeler gli spazi di tutto il museo e del parco vengono ripensati da artisti e curatori ma anche scienziati, filosofi, architetti, musicisti e poeti per un’esperienza espositiva sperimentale stimolante, innovativa e dinamica.

In effetti è difficile immaginare una mostra museale che muta in continuazione, che invita a leggere un libro, mentre le opere d’arte intorno vengono cambiate ogni tanto. Una patata dolce cuoce nel microonde, puoi dormire in un letto che interpreta i tuoi sogni,  e ogni tanto sei avvolto da una fitta nebbia che dà un senso di spaesamento surreale.

Sembra di partecipare ad un esperimento, incluso il titolo della mostra che cambia nelle dodici settimane di esposizione. Invece il tutto è un colto meccanismo per rendere l’arte concettuale accessibile, titillante, meravigliosa, senza ricorrere a un intrattenimento “facile” e banalmente spettacolare, come spesso succede di questi tempi, ad uso dei media. Quì al centro vi è lo spettatore/visitatore/esploratore che deve “conquistarsi” la sua personale interpretazione della mostra.

Il tutto ad iniziare dalla guida criptica della mostra  “All my love spilling over” (Tutto il mio amore si riversa), che costringe il visitatore a fare lavorare il cervello per comprendere il titolo e l’autore dell’opera che ha davanti. Spetta al visitatore creare Liaison tra opere visivamente accostate con sapienza per stimolarlo, per fare lavorare la memoria (visiva e non solo) di ognuno.

Ecco che Koo Jeong A (un giovane artista sudcoreano specializzato in installazioni e tecniche miste), con una scultura nera sospesa (Boolgasaeu Boolgasali del 2024), viene messo in relazione con il famosissimo (ed enorme) quadro ad olio su tela di Claude Monet ‘Lo stagno delle ninfee’ (1917-20); mentre fuori (basta chiedere e si può uscire), nel giardino, vicino ad un laghetto incombe la grande scultura “Hase” un’opera di Thomas Schütte che fa parte della Collezione Beyeler dal 2014. Nel laghetto Fujiko Nakaya fa vibrare con un sistema di onde d’urto, il pelo dell’acqua.

L’architettura di Renzo Piano aiuta con le grandi vetrate, l’illuminazione naturale, ed i setti in porfido, a dare un legame intimo con l’esterno, con il paesaggio circostante arricchito da “presenze” artistiche.

La spettacolare e stimolante mostra collettiva estiva della Fondation Beyeler sta riscuotendo un notevole successo, tanto da essere legittimamente definita “l’argomento principe di conversazione del mondo dell’arte 2024”.

Fondation Beyeler è uno dei più importanti musei della Svizzera, e stà per diventare uno spazio espositivo vastissimo. Alla sede principale di Piano, si aggiungeranno, tra il 2025 ed il 2026, tre edifici dell’architetto/guru svizzero, Peter Zumthor (una sede espositiva di 1500 metri quadri, un padiglione e un edificio di servizio) che sono in costruzione nel parco paesaggistico di impostazione ottocentesca in stile inglese (acquisito dai confinanti per duplicare l’estensione dei giardini, facendoli diventare una “piccola” riserva naturale).

https://www.fondationbeyeler.ch/en/museum/new-museum-building

SOTTO – Stralci dalla guida della mostra

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate

La spirale


OLYMPUS DIGITAL CAMERA

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Una visita invernale ad un Parco, consente, come mi hanno insegnato illustri paesaggisti miei insegnanti, di apprezzarne meglio il disegno e le caratteristiche realizzative, senza farsi ingannare dal rigoglio della natura, che spesso nasconde  con la sua bellezza veri e propri misfatti. Il sopralluogo “invernale” di un Parco metropolitano, da noi attuato in una fredda giornata di metà gennaio, ha riguardato quello progettato da Charles Jencks e Andreas Kipar alla ex fabbrica Alfa Romeo del Portello di Milano. Il Parco si presenta con un disegno planimetrico a “doppia esse” allungata, e con una montagnetta conoidale, caratterizzata da una grande “doppia” spirale.

Mappa_ParcodelPortello

Non ci soffermeremo sui significati “bucolici” dati dai progettisti, agli elementi che compongono il parco (quattro fasi della storia dell’uomo, spirale del DNA, ecc.), quanto piuttosto sulla qualità degli spazi all’aperto progettati. Innanzitutto il nuovo parco, si integra con il sistema verde del QT 8 (grazie ad una passerella ciclo pedonale che scavalca viale De Gasperi – un’altra passerella scavalca viale Serra), anzi, soprattutto nel caso della montagnetta spiraloide, fa il verso al disegno pulito ed ancora bellissimo del verde progettato da Piero Bottoni.

Il nuovo parco (denominato per ora Parco Vittoria), riesce, mercè dei movimenti terra impressionanti, a ritagliare degli spazi verdi (seppur limitati) di assoluta tranquillità in una delle aree più congestionate e problematiche di Milano. Spesso quanto progettato, non sembra però assolvere, alla necessità di essere facilmente manutenibile e di facile gestione. Soprattutto le salite alla montagnetta (quelle a spirale) denunciano una precarietà del substrato calpestabile, che già oggi presenta un diffuso degrado (pantano, buche, ricerca di percorsi alternativi, ecc.). Molti degli elementi del parco sembrano fatti apposta per entrare velocemente in uno stato di precarietà : bordo  laghetto, bordure ad arbusti, ecc.. Quasi “comico ed assurdo” l’apice della montagnetta, dove all’arrivo dei due percorsi di salita, è stato ricavato uno spazio minimo (circondato dai parapetti metallici), che tra alberature (5 pini che cresceranno), monumento con relativa fontana al piede, vedovella per dissetarsi (stile 1931), sedute, rimane ben poco spazio per muoversi. Se ci si ritrova in 5 o 6, a contemplare questa parte di Milano dall’alto,  sembra, già oggi,  di stare in metropolitana nei momenti di punta.

Il Parco Vittoria è ancora in stato di completamento, mancano l’asilo, il presidio sanitario e la grande cavea verde per eventi. Però la sensazione che si ha, percorrendolo, che più che un Parco, questo nuovo impianto verde sia assimilabile ad un Giardino, delicato e di difficile manutenzione (pensate al taglio dell’erba e delle essenze arbustive sui piani inclinati), nonchè facilmente soggetto ad atti vandalici, nonostante le telecamere e la chiusura notturna.

Quì l’Accordo di Programma del “Portello”

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

OLYMPUS DIGITAL CAMERA OLYMPUS DIGITAL CAMERA

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate

Blog su WordPress.com.

Su ↑