Giusto un anno fa, o giù di lì, il 22 febbraio 2012, moriva a Barcellona, Luis Moreno Mansilla (1959-2012), grande e noto architetto spagnolo. Lo hanno trovato morto la mattina, nel letto dove dormiva. Nella città catalana, Mansilla residente a Madrid, il giorno prima, aveva presentato un libro sull’architetto catalano Enric Miralles. La sua morte, curiosamente, già si trovava descritta, e quasi evocata, nella dedica della sua tesi di dottorato, «Apuntes de viaje al interior del tiempo», dove si legge : “A mio nonno Luis, oculista, tra i cui apparati ottici sono cresciuto. Morì come vorremmo morire tutti, improvvisamente, nel sonno, la mattina in cui dovevo partire per Roma e cominciare questa tesi, che ora gli dedico”. La sua breve, ma intensa carriera, è iniziata vent’anni prima, insieme ad Emilio Tuñon, nello studio del loro maestro Rafael Moneo, con il quale entrambi collaborarono fino al 1992, prendendo parte alla realizzazione, tra gli altri, del Museo d’arte romana di Merida, della stazione madrilena di Atocha e della Fondazione Joan Mirò di Maiorca.
http://www.mansilla-tunon.com/
Ma la morte degli architetti, spesso non è così lieve, come lo è stata con Luis Moreno Mansilla, nonostante l’ancor giovane età. Chiudendo in maniera improvvisa una vita fatta di successi e di notorietà. Recentemente un nostro caro amico, si è spento tra tormenti inenarrabili, dopo una lunga malattia. Lui, a differenza dell’architetto madrileno, aveva lavorato per decenni nell’oscurità, assolutamente lontano dai riflettori e dalla notorietà. Come tantissimi bravi e colti architetti anonimi (e a molti altri umani), ma partecipi a questa basilare attività umana sul pianeta Terra, che è il progettare, il costruire. Nonostante ciò è stato il progettista, ed il costruttore “occulto” di moltissimi edifici, in Italia ed all’estero. Presto le esili tracce del legame tra le sue architetture e la sua figura, saranno scomparse per sempre, presto di lui non rimarrà nulla, se non il ricordo, proprio come accade ai più.
Planimetria tratta dal sito : Archivo y Biblioteca Regional – coam.org
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