Potsdamer Platz a Berlino era negli anni tra il 1920 ed il 1930, il luogo più trafficato D’Europa, nonchè il centro della vita notturna di Berlino. Era “l’ombelico” di Berlino, la piazza in cui si incrociavano le cinque principali vie della città. Nell’immediato intorno proliferavano centinaia di negozi, alberghi, ristoranti, cinema, teatri, sale da ballo, caffè, bar, wine-case e locali alla moda di fama internazionale. La Potsdamer Banhof movimentava oltre 80.000 passeggeri al giorno, mentre transitavano per la piazza berlinese oltre 600 tram transitavano negli orari di punta, in oltre 40 itinerari diversi. nel 1882, i viali e la piazza furono tra i primi illuminati con poli della luce a corrente elettrica, e nel 1924 per regimentare i traffici fu quì installato il primo semaforo d’Europa.
Potsdamer Platz nel 1919 (german-architecture.info)Durante la guerra, l’enorme piazza a raggiera, fu bersaglio dell’aviazione degli Alleati, e venne quasi completamente rasa al suolo. Il 13 agosto 1961, con l’elevazione del Muro di Berlino, che separava definitivamente l’Ovest della città dall’Est, la Postdamer Platz fu irrimediabilmente tagliata in due. Poi come succede spesso, nel novembre del 1989, fu quì che si aprì uno dei primi varchi, che significò in pochi giorni, la caduta della così detta “Cortina di Ferro”. Fu sempre quì, nella grande spianata generata dall’abbattimento del muro, che il 21 di luglio del 1990 che Roger Waters leader dei Pink Floyd celebrò il memorabile concerto “The Wall” per celebrare l’unificazione della Germania Ovest con la Germania Est.

Oggi, con le immagini patinate della nuova architettura, che ha tentato la ricostruzione del luogo della memoria “Potsdamer Platz”, operata dalla furia di risanamento urbanistico imposta alla Città/Capitale, dall’unificazione, viene logico chiedersi se è legittimo, se è opportuno, tentare di ricreare la “tensione paesaggistica” di un luogo che non esiste più. Eppure, nel “grande supermercato” dell’architettura, che è la nuova Berlino dell’unificazione, a volte, in alcune sere, quando le persone lì impiegate, defluiscono verso le loro abitazioni, ed i grattacieli si illuminano, si percepisce chiaramente ancora la “tensione”, la “frenesia dei traffici” di un luogo che fu “l’ombelico del Mondo”. Si coglie chiaramente che il luogo ed il paesaggio “Potsdamer Platz” non è più lo stesso, che in mezzo c’è stato il vuoto dei bombardamenti, della Guerra, della morte, della follia. Però, quì, anche si coglie chiaramente che a fare quel luogo è innanzitutto la moltitudine umana, la “massa” di una specie che, inarrestabile, continua, nel bene e nel male, lungo una propria strada, che è sicuramente di “costruzione” e di contemporanea “distruzione”, ma anche ricorso, alla memoria non solo architettonica e paesaggistica, ma direi soprattutto “genetica” di un genius loci biologico, che fa di Berlino e di Postdamer Platz, ancora oggi, uno dei luoghi più affascinanti al Mondo. Dietro a Potsdamer Platz, si legge l’energia per il futuro della gente di Germania, dei Cittadini di Berlino. Ecco a volte, salvare il paesaggio, vuol dire anche questo, creare la giusta tensione, affinchè un luogo, divenuto nel corso del tempo una “tabula rasa” possa essere “portato avanti”, rinascere, in forme non necessariamente solamente architettoniche.
21 luglio 1990 Potsdamer Platz – The Wall (estratti) – Roger Waters
Una mappa dell’architettura attorno a Potsdamer Platz
Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate
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