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Builders of the future

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Lavoro

Call for Ideas


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Nel lontano 1978, appena diplomato al Liceo, e da poco iscritto alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, l’assistente di disegno (che faceva l’architetto) mi propose, chiamandomi a casa, visto che ero il più dotato del suo corso, di fare un lavoretto di disegno, per un annetto part-time, in un comune dell’Hinterland milanese.

Si trattava di disegnare e correggere gli elaborati del nuovo Piano Regolatore Generale, che si andava a redigere. A tal fine il comune dove allora imperavano i socialisti, aveva costituito nella recente sede comunale, un apposito ufficio di Piano.

I tre architetti incaricati di redigere il P.R.G. erano tutti di “sinistra”, il capintesta (che poi sarebbe diventato dopo questa esperienza il mio datore di lavoro) ovviamente iscritto al Partito Socialista e con ufficio in prossimità della sede provinciale del PSI in Corso Magenta a Milano.

Gli altri due molto più giovani, gravitavano ; uno nell’area del PCI, l’altra (la mia assistente) probabilmente nel PDUP, il partito di unità proletaria, o giù d lì.

La Stesura delle tavole di piano avveniva cercando di interpretare i dati raccolti sul territorio, i possibili sviluppi futuri, le desiderata dei cittadini e dei politici che veniva interpellati in estenuanti riunioni. Sembrava un’operazione “scientifica” ed immutabile, o almeno a me così appariva all’inizio.

L’incarico era di disegnare a mano i profili del centro storico e stendere su degli enormi radex (copie eliografiche su supporto lucido), i retini autoadesivi delle varie destinazioni funzionali, i trasferelli con i percorsi pedonali, le sigle, le legende, ecc..

Un lavoro demenziale se immaginato oggi; un lavoro manuale, che l’Ufficio Tecnico comunale non era in grado di svolgere perché sottodimensionato, e che a me consentiva di fare la mia prima esperienza lavorativa.

Io c’ero…..ma non c’ero, per motivi politici; e per questo il Comune mi pagava IN NERO circa 1.500 lire all’ora (meno di un euro). Come faceva l’amministrazione comunale a pagarmi in nero, lo sa solo Dio. Ma allora era quasi una consuetudine.

La mia disponibilità di tempo doveva esserci anche la sera fino alle ore piccole. Infatti dopo ogni presentazione pubblica degli elaborati dello strumento urbanistico ai cittadini, avvenivano delle riunioni ristrette, al piano sottostante (sindaco, giunta assessori, rappresentanti dei partiti che amministravano), dove spesso si aggiungevano “altri personaggi” (rappresentanti dell’opposizione, immobiliaristi, proprietari di grossi appezzamenti di terreno, singoli con molto potere decisionale, imprenditori, ecc.).

Io dovevo essere abile e preciso, a spostare immediatamente i retini per trasformare zone inedificabili in terreni costruibili; spostare improvvisamente strade e quant’altro. Spesso attendevo per ore, mentre sentivo che litigavano a voce alta animatamente. Poi velocemente spesso anche aiutato per velocizzare la cosa dovevo trasformare il lavoro dignitoso fatto in una “porcata”. Il tutto avveniva anche più volte nella stessa serata.

Era il SACCO del territorio. La compravendita “bendata” al mercato delle vacche. Era una accesa “partita a tresette”, come veniva dai più chiamata.

Poi i tre tecnici dovevano fare “digerire” quanto prodotto, al consiglio comunale ed ai cittadini. All’opinione pubblica.

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Oggi un certo Pierfrancesco Maran, e l’amministrazione Giuseppe Sala tutta, lanciano per l’aggiornamento al 2030 del PGT (Piano di Governo del Territorio, cioè quello che una volta era il Piano Regolatore Generale), anche una “Call for Ideas”. Insomma il Comune raccoglie idee e scenari che si ispirino agli obiettivi e regole del PGT (ovviamente gratis) rivolta a esperti, investitori, operatori che vogliano immaginare possibili scenari urbanistici per alcune aree della città in base alle regole e agli obiettivi del Piano di Governo del Territorio. Le proposte dovranno essere inviate tra il 30 novembre e il 20 dicembre 2018.

http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/servizi/territorio/revisionePGT/PGT_Milano2030_CALL?fbclid=IwAR16vCKN6LeTwm_XmwQVZh4a8-Ey9qkEcT4CT4sxbJ1gFWfPJwJuZbccwXs

Una chiara, e triste, OPERAZIONE DI MARKETING POLITICO, di FALSA DEMOCRAZIA ED INCLUSIONE, infatti tutto avverrà esattamente come ho descritto nel testo soprastante, alla stessa maniera in uso nel 1978 (40 anni fa) : la “partita a tresette”. Ma ovviamente Maran e Sala questo non possono dirlo, e tutta l’operazione di NASCONDIMENTO E PARTECIPAZIONE avviene con l’avvallo dell’Ordine degli Architetti di Milano e provincia. Soprattutto Maran e Sala, non possono dire che molte delle opzioni possibili politiche e territoriali, a questo punto sono già state decise.

http://www.arcipelagomilano.org/archives/51222

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La morte


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Quì sopra ed anche sotto, immagini della Biblioteca Joaquin Leguina a Madrid e dell’Archivio Regionale, opera di Mansilla & Tunon (1999-2002)

Giusto un anno fa, o giù di lì, il 22 febbraio 2012, moriva a Barcellona, Luis Moreno Mansilla (1959-2012), grande e noto architetto spagnolo. Lo hanno trovato morto la mattina, nel letto dove dormiva. Nella città catalana, Mansilla residente a Madrid, il giorno prima, aveva presentato un libro sull’architetto catalano Enric Miralles. La sua morte, curiosamente, già si trovava descritta, e quasi evocata, nella dedica della sua tesi di dottorato, «Apuntes de viaje al interior del tiempo», dove si legge : “A mio nonno Luis, oculista, tra i cui apparati ottici sono cresciuto. Morì come vorremmo morire tutti, improvvisamente, nel sonno, la mattina in cui dovevo partire per Roma e cominciare questa tesi, che ora gli dedico”. La sua breve, ma intensa carriera, è iniziata vent’anni prima,  insieme ad Emilio Tuñon, nello studio del loro maestro Rafael Moneo, con il quale entrambi collaborarono fino al 1992, prendendo parte alla realizzazione, tra gli altri, del Museo d’arte romana di Merida, della stazione madrilena di Atocha e della Fondazione Joan Mirò di Maiorca.

http://www.mansilla-tunon.com/

Ma la morte degli architetti, spesso non è così lieve, come lo è stata con Luis Moreno Mansilla, nonostante l’ancor giovane età. Chiudendo in maniera improvvisa una vita fatta di successi  e di notorietà. Recentemente un nostro caro amico, si è spento tra tormenti inenarrabili, dopo una lunga malattia. Lui, a differenza dell’architetto madrileno, aveva lavorato per decenni nell’oscurità, assolutamente lontano dai riflettori e dalla notorietà. Come tantissimi bravi e colti architetti anonimi (e a molti altri umani), ma partecipi a questa basilare attività umana sul pianeta Terra, che è il progettare, il costruire. Nonostante ciò è stato il progettista, ed il costruttore “occulto” di moltissimi edifici, in Italia ed all’estero. Presto le esili tracce del legame tra le sue architetture e la sua figura, saranno scomparse per sempre, presto di lui non rimarrà nulla, se non il ricordo, proprio come accade ai più.

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Planimetria tratta dal sito : Archivo y Biblioteca Regional – coam.org

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La Nuvola (Gratis)


Oggi, avendo poco o nulla da fare, a causa di una crisi del settore edilizio, che sta “mordendo sempre di più” (i pagamenti delle fatture sono passati in tre mesi, da 60 giorni a 180 giorni!) , ci siamo messi, in studio, a valutare alcune offerte “free” in rete, in merito al cloud computing. Dato che sarebbe un bel vantaggio condividere in rete file ed in parte il lavoro di disegno e di controllo. Da alcune settimane Google Chrome, ci stimolava a visionare le App del suo Web Store. E così abbiamo fatto. A parte il fatto che in questo negozio virtuale, a farla da padroni sono i giochi in rete : Angry Birds, Plants Zombies, Cargo Bridge, ecc., però da alcune settimane anche le applicazioni per gestire meglio la posta elettronica ed i social network, nonchè quelle per il lavoro, stanno acquisendo sempre più credibilità. Tra queste, oggi abbiamo provato Autocad WS. Dal Web Store di Chrome, una volta creato un account, ti scarichi gratuitamente (free)  la tua App, che poi ti appare, insieme alle altre, nella videata del browser (Chrome), a fianco dei siti più visitati. Quindi puoi aprire il programma, che ovviamente è in remoto, per l’appunto in Cloud Computing (o Nuvola che dir si voglia).

La videata di Autocad WS

E’ un programma strepitoso, Autocad WS, che ti consente di lavorare in rete, in gruppo, condividendo lo stesso disegno, chattando per passarsi informazioni e suggerimenti. Insomma una nuova dimensione del nostro lavoro di architetti. Immaginate, tre persone, che si “incontrano” nella “Nuvola” e lavorano, disegnano e discutono di un progetto di architettura che stanno realizzando assieme; uno di questi “inusuali” progettisti, magari stà in un parco, dove wi-fi accede ad una rete pubblica ADSL, l’altro stà comodamente a casa, un altro ancora (più tradizionale) stà in ufficio.  Ovviamente all’inizio bisogna caricare un file, in quanto per ora (il programma è di Autodesk) non è possibile generare direttamente un file nuovo. Poi tutto funziona come in un Autocad normale, tutti i comandi sono semplificati, ed alla fine delle attività progettuali è possibile salvare il file in rete, nella “Nuvola”. E’ possibile anche farne, del file,  un PDF, caricare immagini, inserire un CTB di stampa. Per ora tutto solamente in 2D, ma è già tantissimo. Inoltre, sempre nel Web Store di Chrome puoi scaricarti un App gratuita per scrivere relazioni o testi sempre in condivisione e nella “Nuvola”. Il tutto (Autocad WS e Testi) ha anche apposite App per funzionare sia sui tablet che sugli smartphone. Se poi a tali strumenti si aggiunge la possibilità di un dialogo, “vis à vis”, via Skype, anche le riunioni di coordinamento appaiono come una cosa antelucana. Inoltre i file in PDF (di disegno e di scritto) che abbiamo generato, li possiamo inviare a mezzo di posta elettronica ad un service, che li stampa e li recapita dove si vuole.  La sensazione è che in un futuro molto prossimo, lo studio tradizionale, l’ufficio, statico e costoso, sia definitivamente “morto”, in favore di un telelavoro, dove ognuno sceglie quando erogare la propria prestazione (magari di notte o a frammenti), condividendo solo riunioni operative in rete, nella “Nuvola”. A predominare è il cronoprogramma, la consegna finale, magari con step intermedi. Meraviglioso e tutto gratuito !!!! ????

https://chrome.google.com/webstore/detail/dcjeclnkejmbepoibfnamioojinoopln

Avrò 52 anni, tra pochi mesi, se penso che ho iniziato a lavorare a 19 anni (nel 1979) come disegnatore, sulla carta da lucido, con la china, lasciando su quei fogli sudore, ma anche abilità e tempo, tanto tempo, a  tracciare linee coerenti ed esteticamente gradevoli. Se penso che anche solamente scegliere la grammatura della carta da lucido era un’arte sopraffina ed ognuno aveva il proprio “stile” e le proprie “manie”. Se penso che nello studio in cui ho iniziato a lavorare, che era “piccolo”, eravamo in quindici persone (c’era chi iniziava squadrando solamente fogli, chi faceva i sottomano a matita, chi disegnava dettagli, ecc.), oggi nel mio studio siamo in tre e “movimentiamo” gli stessi quantitativi di lavoro d’allora. Posso, quindi, tranquillamente dichiarare che il lavoro del “fare architettura” è profondamente cambiato in questi ultimi 30 anni, in meglio o in peggio, non so, certamente è definitivamente cambiato il modello sociale ed economico legato a questo tipo di lavoro, che da manuale si è definitivamente trasformato in virtuale. Rimpianti, assolutamente nessuno, è semplicemente la logica conseguenza dell’evoluzione sociale e tecnologica; anche se poi gli edifici, ancora oggi, è necessario che qualcuno li costruisca “realmente” in maniera fisica………. come allora.

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