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MIMMO ED IL MURO


SOPRA – Planimetria (tratta da Google Earth) delle relazioni tra Palazzo Citterio ed il complesso di Brera

Nel giardino di Palazzo Citterio (ampliamento della Pinacoteca dell’Accademia di Brera – https://pinacotecabrera.org/grande-brera/), che presto sarà collegato con il meraviglioso Orto Botanico di Brera (https://ortibotanici.unimi.it/orto-botanico-di-brera/), una delle opere presenti nel Giardino del Palazzo, sarà l’arcaico muro, destinato a definirne parte della recinzione, denominato dallo stesso autore Mimmo Paladino: “Dei Longobardi”.

Il muro, realizzato dall’artista originario di Paduli, con gli stessi criteri costruttivi di riuso adottati dai, così detti (erroneamente) “Barbari germanici”, definiti Longobardi. Essi hanno attraversato un po’ tutta la penisola italica, concretizzando il Regno Longobardo, tra il 568-569 d.C. (invasione dell’Italia bizantina) e il 774 d.C. (caduta del Regno a opera dei Franchi di Carlo Magno), per loro era consuetudine riutilizzare i residui delle civiltà precedenti, e nella penisola, trovarono soprattutto, i resti dell’Impero Romano (la cui caduta avvenne nel 476 d.C.), per ricostruire, per ricomporre, per definire i propri edifici, i propri muri, le città. (https://www.exibart.com/speednews/milano-art-week-8-palazzo-citterio-apre-al-contemporaneo-ne-parliamo-con-mimmo-paladino/).



SOPRA – Tre immagini che restituiscono l’attività creativa in merito al “Muro Longobardo” di Mimmo Paladino (immagini fotografate alla mostra di Palazzo Citterio)

Il Muro dei Longobardi costituito da pietre riutilizzate, sovrapposte con sapienza dall’artista, definiscono una serie di nicchie, di aperture, in cui saranno collocati dei “frammenti” di reperti archeologici, opere dello stesso Paladino.

Immagine del “Muro” tratta dal numero di Exibart del 11-04-2018, dall’articolo a firma M. B. Ferri

SOPRA – Planimetria della “Collina di Ermes”, con localizzato il “Muro” di Mimmo Paladino

https://www.raiplay.it/video/2024/11/Italia-Viaggio-nella-Bellezza-La-Grande-Brera-0c6d3c66-f0b9-4ca2-9692-a38b35717ced.html

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate

La “funzione ibrida” e complessa


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L’ingresso del Labirinto della Masone

Ho conosciuto, ed apprezzato Franco Maria Ricci molti anni fa quando a Milano si occupava della rivista FMR (acquisita nel 1994 dal Gruppo Art’è). Oggi che è diventato anche un “progettista di architettura e paesaggi”, mi è sembrato giusto andare a vedere ciò che aveva combinato a Fontanellato (Parma), dove da anni , nella sua tenuta di campagna, insieme agli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto, si era ritirato a realizzare un “Parco culturale”.

Fontanellato, per me è sempre stata, fin da piccolo quando mi ci portavano i miei genitori passando per andare a trovare i parenti (mia nonna paterna Italina era di Fornovo Val di Taro), la Rocca Sanvitale, con la sua “camera ottica”, gli affreschi del Parmigianino e gli angiolotti cicciottelli. Ma soprattutto l’immancabile “Torta fritta” (o gnocco fritto, che dir si voglia) con il Culatello di Zibello ed il burro.

Il Labirinto della Masone è a sud di Fontanellato a circa 5 chilometri; perso nella bellissima campagna parmigiana, dove l’agricoltura ancora, segna con prepotenza il paesaggio.

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La campagna circostante vista dalla Torre di Osservazione del Labirinto della Masone

Quì il Ricci ha voluto creare un epicentro culturale, la sua Fondazione, ma soprattutto una di quelle “funzioni ibride” e complesse, che stanno alla base dello stimolare l’interesse per i luoghi, da parte degli esseri umani. All’ingresso del Labirinto c’è un bar/ristorante e un bookshop dove, oltre a libri e gadget, forse in futuro si potranno acquistare Culatello e Parmigiano Reggiano, di certo per ora le informazioni sul bambù (tipologie, caratteristiche, ecc.) dei numerosi giovani guardiani del Labirinto sono scarse. Al piano superiore si sviluppa la galleria-museo dove Ricci ha sistemato la sua collezione di 450 opere tra sculture e quadri, la maggior parte risalenti al Settecento e al primo Impero, busti e ritratti soprattutto. E quasi tutti i volumi di Giambattista Bodoni che Ricci ristampò in un formato raffinatissimo nel 1963. C’è anche spazio per mostre temporanee, oggi dedicate ad Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi, con il titolo “Arte e Follia”.

Quì sotto il link ad una mappa dei luoghi

https://www.google.com/maps/d/edit?mid=z3qPDnquf1H8.kAY9oLV7Cuss&usp=sharing

E poi, soprattutto, c’è il Labirinto di Bambù, uno spettacolo in cui perdersi, con oltre 20 tipologie diverse di piante, con al centro una grande piazza porticata con : suite, sale per eventi, una cappella piramidale.

Il tutto in mattoni “faccia a vista”, rigorosamente fatti a mano. Il “Parco Culturale” ha aperto il 29 di maggio 2015.

Quì sotto il link ad alcune immagini del sopralluogo effettuato

Che dire, nel nulla, un privato fa un investimento considerevole, probabilmente discutibile dal punto di vista dell’architettura (sembra troppo legata ad una rivisitazione storica che ricorda tanto il Post-Modern – http://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_postmoderna), non certamente per la “funzione ibrida” e complessa che si è voluta insediare. Ormai le funzioni tradizionali “canoniche” : residenza, alberghi, terziario, ristoranti, commercio, ecc., sono morte, bisogna guardare ad altro e Ricci (che ha un grande fiuto imprenditoriale) è certamente sulla strada giusta. In un sabato anonimo di un giugno tra i più caldi e torridi a memoria umana (36 gradi in loco, 55% di umidità), la presenza di visitatori era consistente, nonostante il costo del biglietto abbastanza alto (18 euro a persona). Probabilmente nelle “funzioni ibride” e complesse sta anche il rilancio dell’edilizia e del turismo italiano, attraverso la valorizzazione del paesaggio e dell’architettura esistente e nuova. Basta avere le idee giuste.

Architettura, arte dei giardini, attività museali, bibliofilia, cultura, editoria, enogastronomia, ecc. quì a Masone si fondono a rappresentare (ed elevare) un paesaggio eccellente quale è quello parmigiano. La scommessa sarà vinta se, una volta passata la novità, tale luogo saprà continuamente rinnovarsi e generare attrattività ed interesse.

http://www.labirintodifrancomariaricci.it/

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