“ Ciò che trovo particolarmente sconfortante e avvilente nel fenomeno della comunicazione massmediatica non è tanto la pratica sistematica della disinformazione, né il carattere fazioso e tendenzioso dei suoi messaggi che sono modellati sulla pubblicità, e nemmeno la mancanza di spirito critico del pubblico che lo rende facilmente manipolabile e vittima di macchinazioni e di raggiri. Tutto questo non è una novità, da sempre vincere è innanzitutto convincere, così come il ricorso alla violenza ha sempre rappresentato l’eccezione, non la regola. Nella comunicazione però c’è qualcosa di nuovo e di inedito rispetto alla retorica, alla propaganda e anche alla pubblicità: non si tratta infatti di trasmettere e di imprimere nella mente del pubblico delle convinzioni e tanto meno di infondere nel suo animo una fede o un’ideologia dotata di identità e di stabilità (come erano il comunismo, il fascismo, il socialismo, il liberalismo, ecc.). Al contrario, lo scopo della comunicazione è favorire l’annullamento di ogni certezza e prendere atto di una trasformazione antropologica che ha mutato il pubblico in una specie di tabula rasa estremamente sensibile e ricettiva, ma incapace di trattenere ciò che è scritto su di essa oltre il momento della ricezione e della trasmissione. Paradossalmente il pubblico della comunicazione è tutto coscienza che trasmette e riceve qui e ora, ma senza memoria, senza inconscio. Ciò consente ai potenti di poter fare e disfare secondo il tornaconto momentaneo senza essere legati ad alcunché. Si spezza così quel legame tra la serietà e l’effettualità, tra la coerenza e la riuscita, su cui è stato costruito il mondo moderno (e non solo quello!)”

Così scrive Mario Perniola nel libro – Contro la comunicazione – (Einaudi Struzzi, 2004), dove viene affrontato un importante tema su cui riflettere, la comunicazione, nel mondo contemporaneo,  è esattamente l’opposto della conoscenza. La comunicazione, così come è oggi, impedisce l’emergere delle novità e favorisce la supremazia del passato sul futuro: la comunicazione porta oggi alla ribalta gli individui più contrari a ogni innovazione. La comunicazione d’oggi, essendo essenziale, stringata, banale ma efficace, è nemica assoluta delle idee, perché le è sinergico e fondamentale dissolvere ogni parvenza di contenuti. L’alternativa al mondo della comunicazione contemporanea, da cui non possiamo escludere internet (e-mail, facebook, twitter, ecc.), è un modo di fare costruito e basato sull’esercizio della memoria e sull’immaginazione, su un disinteresse interessato a “pensare”, che non fugge (o rifiuta) il mondo attuale, ma lo muove, lo costruisce.

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