“Viviamo assediati dal rumore, sottomessi al ritmo sincopato e frenetico di un’attualità che lancia fugaci lampi sul mondo per suscitare immagini istantanee che scompaiono prima che le possiamo catturare. Dal fermento di questa realtà disgregata e turbolenta sorge una cultura sempre più ossessionata dal dover registrare le palpitazioni del presente. Un cultura mediatica, immersa nel rumore dell’informazione e dei fatti, alla quale, per farsi sentire, non resta altro che gridare più forte. Una cultura effimera che, trascinata dall’attualità in una vertiginosa fuga in avanti, finisce per confondersi con questa, riproducendola e amplificandola senza il minimo segno di distanza. Il rumore del mondo è oppressivo e assordante. L’unico in grado di opporsi al rumore è il silenzio. Il silenzio apre una profonda breccia nello scenario convulso e febbrile della nostra vita quotidiana. Genera una cavità e uno spazio vuoto, che ci distoglie dal vortice dell’attualità. Ma, paradossalmente, questa invocazione al silenzio non è che una rivendicazione della parola. Il silenzio, infatti, non si oppone alla parola, della quale è fedele alleato, ma al rumore, che è il suo acerrimo nemico.”

Carlos Martì Aris – Silenzi eloquenti – Christian Martinotti, 2002

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