Mentre si montava la grande “antenna decorativa” del Garibaldi Center (Hines) a Milano, il complesso progettato dall’architetto americano Ceasar Pelli, che così diventava il grattacielo (con antenna) più alto d’Italia, con i suoi 231 metri, la Regione Lombardia emetteva un comunicato stampa che precisava che il “grattacielo più alto d’Italia con piano abitato” rimaneva il Palazzo Lombardia con i suoi 161,40 mt. (146 metri la torre di Pelli)

Insomma un “delirio”, su chi ce l’ha più lungo…………il grattacielo !

Ora con l’inizio dei lavori per il nuovo Palazzo della Regione Piemonte, a Torino, ovviamente un grattacielo di  42 piani, il tema si ripropone. Il grattacielo, del costo di oltre 208 milioni di euro, sarà alto 209 metri, all’ultimo piano abitato, come già si precisa : “metri veri, misurati sul solaio e non sull’antenna come quello degli altri”, sottolinea il governatore Roberto Cota pensando al grattacielo di Banca Intesa in costruzione vicino a Porta Susa, ed a quello di Roberto Formigoni a Milano.

In quella che è stata la fabbrica della Avio (Fiat) lavoreranno per 36 mesi, oltre 500 persone (operai, tecnici, ecc.). La Giunta piemontese, a guida leghista, ha chiesto all’associazione temporanea d’imprese (guidata da Coopsette) che si è aggiudicata i lavori, di garantire una percentuale minima dell’80% di imprese piemontesi impiegate, per tutto l’iter costruttivo. Il grattacielo avrà una superficie di 70.000 metri quadrati adatti ad accogliere 2500 dipendenti, ora dispersi in 24 sedi. Il valore dell’opera a base d’asta comprensivo degli oneri della sicurezza,  è stato di 262 milioni di euro. L’opera è stata finanziata con la modalità del leasing in costruendo, che costituisce una innovativa forma di finanziamento privato delle opere pubbliche: questa operazione è stata, fino ad ora, la più importante a essere completata in Italia. Oltre un anno per scavare le fondamenta ed i piani interrati, poi si inizierà a salire: un piano a settimana fino alla fine del 2014.

L’anno dopo, inizierà il trasloco, chiudendo così un percorso di razionalizzazione dell’Amministrazione Regionale piemontese, pensato a cavallo del nuovo millennio, iniziato con una gara di progettazione internazionale, vinta da Massimiliano Fuksas (la cui parcella complessivamente sarà di oltre 22 milioni di euro). Questo pezzo di Torino, tra il Lingotto e l’Oval, sarà completamente ridisegnato e ri-funzionalizzato.

Ci saranno un centro servizi, un asilo nido, un grande parco urbano di  quasi 25 mila metri quadrati,  una grande piazza, residenze da edificare su una superficie di circa 96 mila metri, da cui la Regione Piemonte conta di ricavare 60/70 milioni di euro. Insomma tanto bel cemento, coerente con una logica di continua occupazione del suolo, con pochissima attenzione al “paesaggio urbano” di una delle città più belle d’Italia, sia dal punto di vista morfologico, che tipologico. Ma fino a quando si potrà pensare ad operazioni simili, sperando che la struttura economica del nostro paese, sia in grado di supportarle? Una nazione l’Italia a crescita zero di popolazione, con un’economia, che soprattutto nell’edilizia ha come prospettiva la “recessione più nera” per i prossimi lustri. Vada per il “cazzone” del grattacielo di Fuksas, che consente dei risparmi negli affitti da parte della Regione Piemonte, si sviluppa in verticale e libera suolo; inoltre dalla sua sommità si potrà anche ammirare il paesaggio torinese (e quindi svolge una funzione didattica in merito al paesaggio). Ma come mai per “fare quadrare i conti”, bisogna sempre cementificare tutto l’intorno, anzichè renderlo “libero”, verde e fruibile, una specie di ri-equilibrio per una zona di Torino, che da sempre è stata produttiva, inquinata e periferica, separata dai fasci di binari.

Video del quartiere dove sarà edificato il Grattacielo della Regione Piemonte 

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate