ai-wei-wei-girasole

IMG_8963

Il seminatore, non deve essere conformista. Il seminatore deve essere creativo. Chi progetta, sa chiaramente cosa intendo dire, ma anche chi insegna lo sa. Dare senso a quello che si fa, costituisce per l’insegnante ed il progettista accorto, l’unica maniera per garantirsi “sempre” un risultato. Esattamente come il seminatore, il quale piantando il seme nella terra, spera di conseguire, quale risultato finale, un frutto, perfetto, bello e sano. Ma il seminatore sa (come il progettista ed il docente), che quel piccolo seme, sarà alla fine, quello che dovrà essere, se la seminagione avviene nel momento dell’anno più opportuno, nel terreno più adatto. E poi se quel seme riceverà acqua e calore, luce e un pò d’amore, diventerà una pianta. La quale, pianta, è soggetta all’attacco di parecchie patologie, che dovranno essere costantemente tenute sotto controllo, monitorate, e respinte nella maniera migliore e più naturale possibile. Altra acqua, calore e luce, garantiranno a quella pianta (insieme all’accudimento che è anche amore per noi esseri umani), di fiorire. Se il fiore sarà casualmente impollinato da un insetto o dall’aria, si avrà un frutto, al quale necessiterà per maturare, altra acqua, calore e luce.

sunflower_seeds_ai_weiwei

Insomma, quasi sempre, se nasce da un seme, una pianta e poi un frutto, il risultato è il conseguimento di un “piccolo miracolo”, spesso dovuto alle capacità del seminatore (progettista o docente che sia), il quale deve essere “geniale”, uscire “fuori dagli schemi”, per poter garantire, con sapienza, ed accuratezza il risultato finale. Perchè è nell’orto che il seminatore, colto ed attento alla economia di gestione, al riciclaggio, al consumo di energia, dimostra quello che vale come costruttore di futuro. E’ nell’orto, luogo dell’eccellenza, che tutto si organizza intorno a tre elementi centrali : terra, acqua, sole. Come scrive Gilles Clèment nel superlativo libro : Breve storia del giardino – edizioni Quodlibet, 2011 : “Virtualmente nell’orto  non manca nulla: l’utile e il futile, la produzione e il gioco, l’economia e l’arte. L’orto attraversa il tempo e racchiude in sè il sapere….. Nelle campagne la parola giardino non designa altro che un orto, il resto è paesaggio; quando quest’ultimo è organizzato, si parla di parco”.

E poi ancora, un vero e proprio insegnamento, un percorso chiaro e facilmente intelligibile, da seguire,  per il seminatore : “La storia (ndr – dell’orto) ci parla poco del tempo – del tempo che passa, della durata, del tempo che consente l’impianto al suolo, dell’incontro fra gli esseri viventi, dell’ibridazione e della nascita dell’imprevedibile. La storia preferisce le forme e i grandi gesti architettonici che hanno lasciato una traccia sorprendente e indiscutibile del genio umano. Eppure è quì, nello spazio del tempo (ndr – nell’orto), che a mio avviso si delineano le questioni del futuro”.

E ciò è sempre vero, per un progetto, ma anche per un percorso didattico.

Visitors-walk-through-the-art-installation-Sunflower-Seeds-by-Chinese-artist-Ai-Weiwei-in-Londonai-weiwei

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate