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Rifiuti

NATURA/ARTIFICIO


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Tulipa Flair, sul mio balcone

Esiste un legame strettissimo tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura. Molte delle malattie emergenti come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviara, influenza suina e il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (COVID19) non sono catastrofi del tutto casuali, ma sono la conseguenza indiretta del nostro impatto sugli ecosistemi naturali.

 (WWF – https://bit.ly/2WGbo9n)

Bisogna essere consapevoli che l’emergenza COVID-19 è intimamente correlata alla drammatica crisi ambientale, conseguente un modello economico capitalistico, fondato sul prelievo illimitato di risorse dal Pianeta, il loro spreco e la produzione sempre maggiore di rifiuti.

UIO

Rivestimento in piastrelle di ceramica e pietra, Uffici Enel in via Carducci a Milano, Giò Ponti (1952)

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate

LC, dépôt des ordures, Marseille


Può essere un deposito dei rifiuti una grande architettura? Forse sì, se, come Le Corbusier (LC) a Marsiglia nel 1951 si persegue l’obbiettivo, e ci si confronta con il tentativo di progettare e costruire ogni cosa, come se dovesse essere “l’oggetto più bello del mondo”. LC ci stupisce anche quì, in una piccola architettura tecnica, quasi nascosta, a latere della grande “Unite d’Habitation”. Un piccolo deposito che, grazie anche al contributo di Iannis Xenakis (musicista e anima critica di LC, nonchè grande suggeritore), diventa un oggetto particolare,  rilevante. Un luogo marginale, acquista, proprio nel “beton” che lo definisce, il ruolo di architettura sperimentale, in cui la rigida “regola” della composizione architettonica, si fa da parte, per dare spazio ad un volume organico, quasi modellato dalle forze gravitazionali che lo fanno stare in piedi.

E poi come sempre grande attenzione per i dettagli: una pensilina che sembra galleggiare nell’aria, delle forometrie di ventilazione che richiamano le architetture arabe, una forma inusuale quasi da igloo. E ancora, pochi materiali, semplicità estrema; come si dice : “Nella cura dei dettagli stà la dimostrazione dell’esistenza di Dio”.

 Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate

Polvere !


Polvere al microscopio

“Ogni superficie desidera e invoca la polvere, perchè la polvere è la carne del tempo. Ma qui’ il desiderio sembrava ormai spento. Adesso, pensai la polvere filtrerà dentro gli oggetti, si fonderà con gli oggetti, e alla fine ne prenderà il posto.”

Iosif Brodskij – Fondamenta degli incurabili

La polvere è ovunque, entra da qualsiasi fessura e poi si deposita su tutto quello che trova. Bastano pochi giorni, o addirittura poche ore che, specialmente sui mobili, vedrete formarsi un deposito di minuscole particelle. Con il passare del tempo, questo deposito diventerà una patina sempre più spessa. Alle persone sensibili, certi tipi di polvere provocano asma e perfino bronchiti.

Campioni di polvere possono essere raccolti in numerosi ambienti e di conseguenza essi avranno una composizione diversa. Per esempio, su oggetti situati all’aria aperta di un ambiente naturale ci si può aspettare di trovare frammenti di piante, muffe, insetti, pollini, spore, microrganismi, polveri minerali. Nell’aria di un bosco, i detriti di origine biologica sono predominanti, mentre in un deserto lo sono i detriti di origine minerale.

Nell’aria di una città, sono presenti prevalentemente particelle provenienti dalle emissioni dei veicoli e dagli impianti di riscaldamento domestico. Seppure in quantità inferiore, avrete anche particelle derivanti dall’usura dei freni e dei pneumatici e particelle minerali. . In una camera, la polvere dovrebbe essere più ricca di fibre tessili, di particelle alimentari, pelle umana (perdiamo alcuni grammi, ogni giorno, di cellule), ma  ci saranno anche acari e i loro escrementi (che scatenano le allergiè di chi è sensibile).

LA POLVERE E’ IL PRINCIPALE RIFIUTO PRODOTTO DALL’ATTIVITA’ DEGLI ESSERE UMANI SU QUESTO PIANETA!

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate

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