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OLYMPUS DIGITAL CAMERASopra immagini della Biblioteca di Adriano ad Atene

Giovedì 17 gennaio 2013, verso le 20,40, mi ero ormai rassegnato a guardare la televisione, flagellata come e’ dalla continua esibizione dei politici nostrani, lanciati verso la maggiore visibilita’ possibile, in vista delle Elezioni politiche di fine febbraio. Svogliatamente twittavo, in rete sul mio i-Pad, quando improvvisamente mi soffermai su un twitt, che rimandava al link di un evento che si teneva in quel momento a Roma. Giorni fa avevo letto su un giornale, che Alessandro Baricco, teneva nella capitale, quattro “letture”, ed essendo un suo estimatore, avevo fantasticato sulla possibilita’ di partecipare a qualcuna di queste serate, dai titoli ghiottissimi. Ecco improvvisamente quel link, da me prontamente visitato, mi consentiva, nella societa’ fluida 2.0 di godere in streaming della prima conferenza romana del  colto scrittore e saggista, nonché regista e musicista.
Sedata con il telecomando la sequela di immagini e voci televisive, vestite due comode cuffie, ho potuto seguire, sulla “tavoletta magica” un’ora e mezza di  una conferenza sapiente e raffinata. Il tema di fondo era il concetto di bellezza, di cultura, di sapere. Le sere successive, ho praticato come un’abitudine, questa attività dello “spettatore remoto”. Mi sembra interessante ora, trarre da ciò, alcune considerazioni.

Palladium, Roma 17 gennaio 2013 – Il Sapere

Palladium, Roma 18 gennaio 2013 – La Giustizia

Palladium, Roma 19 gennaio 2013 – Il Tempo

Palladium, Roma 20 gennaio 2013 – La Scrittura

Baricco, ha di fatto orchestrato, un ciclo di “letture/lezioni” che ci parlano, con degli esempi tratti dal sapere umano (libri, video, dischi, quadri, ecc.), della contemporaneità. Quasi un messaggio politico. Mentre, quotidianamente, una “folle ridda di voci”, dai media, calpesta e violenta i Cittadini/Elettori, lui, come i grandi letterati di un volta, da Hermann Hesse a Italo Calvino, ci fa un regalo (da consumato frequentatore delle scene), evidenziandoci i probabili punti di appoggio di un futuro possibile. Soprattutto, ci gratifica, oggi che siamo tutti un pò tristi  pensierosi, “schiacciati” da questo “progresso scorsoio”, e ci lascia un’immagine “bella ed affascinante” della nostra cultura umana. Ci lascia un’idea di sapere, di giustizia, di tempo e dello stesso scrivere, partendo dalle domande che tutti ci facciamo.

Ecco, Baricco, ci fa un regalo (da consumato frequentatore delle scene), ci lascia un’immagine sublime, che parte da Dick Fosbury, e passa da Kate Moss, Luigi XVI e Marcel Proust. Ci lascia un’idea di sapere, che trova nel termine “paesaggio”, la giustificazione della sua esistenza. Un sapere accogliente, sensuale ed al contempo bello come puo’ esserlo un paesaggio italiano dell’Appennino toscano, una montagna incantata ed innevata delle Alpi, oppure una spiaggia bianca con un mare cristallino come la costa della Sardegna. Perche’ il paesaggio e’ cultura, sapere, accoglienza, permanenza, ma e’ soprattutto estetica pura, in lenta, lentissima, costante modificazione. Lo stesso Baricco, con la sua presenza fisica, attoriale, la sua verve, il suo carisma sensuale (che e’ soprattutto vocale), domina lo spazio teatrale (il Palladium) in cui ha tenuto queste “letture romane”, e cosi’ ci dimostra egli stesso con le sue performance, che : “il sapere e’ permanenza all’interno delle domande”. Potremmo dire noi che questo “permanere”, questo “abitare”, presuppone la definizione di uno spazio, di un’ architettura del paesaggio in cui risiedere.

Nella povertà di idee e di trattazione dei veri problemi dei Cittadini, che il Paese Italia offre in queste “inquietanti” settimane pre-elettorali, il progetto di Baricco, oltre ad essere di un valore politico e culturale “alto”, ha una sua accattivante bellezza, perché democratico, ricco di contenuti, e  “costruttore di futuro”.

Niente a che vedere, per fortuna, con la “banale piattezza” dei comici, dei nani, delle ballerine, dei cittadini acefali, degli chansonnier di plastica e degli economisti sadici, che improvvisamente si inventano di essere degli autorevoli politici. Baricco riesce a farci comprendere che forse una speranza progettuale, anche politica, ancora oggi, forse c’è, pescando nella memoria culturale della specie umana, e creando connessioni sapienti, innovative, rivoluzionarie.

Ossigeno puro, da respirare a pieni polmoni.

Quì sotto immagini del museo Hermann Hesse e della casa dove visse a Montagnola (Svizzera)

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