Già negli anni 80, in Francia ad Arles, si costruiva pensando al futuro, per evitare periferie squallide, tensioni sociali, quartieri che sembrassero dei ghetti. Nella ridente, e storica,  cittadina del sud, un grande architetto Jean Nouvel, proponeva dei modelli urbanistici innovativi, sia dal punto abitativo che costruttivo, generando dei nuovi modelli di socialità. Il Nemausus è stato completato nel 1987, ed è costituito da dei blocchi di edilizia sociale, da, quando è stato completato è diventato così noto che ha fatto diventare una zona periferica, quasi un’estensione del centro cittadino. L’uso di materiali industriali ( porte di garage a fisarmonica per balconi, terrazze metalliche , scale in alluminio, ecc. ) ha fortemente caratterizzato l’intervento, che ha generato anche dei veri e propri luoghi di nuova socialità come ad esempio il pensatoio/centro culturale “Antenne Nemausus”. Tra le questioni chiave è stata la definizione di ” buon appartamento “. Un buon appartamento di edilizia economica popolare, molto semplicemente , non deve essere solamente un grande appartamento, m un ambiente flessibile e facilmente personalizzabile. E’ stata questa una visione davvero radicale (di solito gli appartamenti economici sono piccoli e poco flessibili), ma non deriva da alcuna intenzione di colpire o di essere radicali per se stessa. E un buon appartamento era per Nouvel soprattutto poco costoso. Questo è l’ aspetto “democratico ” del buon appartamento,  flessibile e mutevole.  A volte più che di sistemi ecologici ottenuti attraverso la prestanza energetica degli impianti degli edifici o dei loro materiali costruttivi, si può realizzare un buon intervento socialmente eco-compatibile, attraverso interventi che agiscono semplicemente su provvedimenti architettonici low-cost.

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