Milano, la così detta”Casa di Batman”

PARIGI – ” Sono genovese, in tutti questi anni in giro per il mondo non ho mai perso l’accento; o forse l’accento genovese è un po’ un vezzo, un divertimento, non so. Ma la mia città di formazione è Milano. I primi due anni di università li avevo fatti a Firenze; ma mi annoiavo talmente… Firenze è bellissima: una città di perfezione. Ma poi uno si spara; perché è inutile fare l’architetto. Milano invece è imperfetta. E straordinaria. Ancora oggi. “

” La magia delle città spesso dipende dal fatto che sono fecondate da questi luoghi (le periferie). È sbagliato pensare di “rottamare” le periferie. Bisogna trasformarle, liberandone la forza repressa.”

” Milano è stata la scoperta della vita. Gli anni più formativi. Il Sessantotto ce lo siamo fatti in casa, con cinque anni di anticipo. Di giorno cominciavo a lavorare, con Franco Albini, un maestro che insegnava senza dire un parola, come mio padre. La sera andavo nell’università occupata. Veniva Camilla Cederna a portarci i cioccolatini. È stato allora che ho cominciato ad allenarmi a fare l’architetto, a capire la gente. Come i miei coetanei, volevo cambiare il mondo; da figlio di costruttori, la maniera per farlo non poteva che essere questa. Si mescolavano la ribellione e la necessità di esplorare, ficcare il naso ovunque. Come fa il cinema del neorealismo: scavare nella realtà per farla respirare.”

Stralcio dal Corriere della Sera del 12 ottobre 2010

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