Siamo tutti parte di un sistema interconnesso, microcosmo + macrocosmo, che dialoga continuamente con i suoi sub-sistemi : cellule, pianeti, piante, uomini, animali, minerali, liquidi, ecc.. Siamo una grande “architettura celeste” e null’altro, come scrive Manlio Sgalambro nel suo bellissimo libro “De mundo pessimo” (ed. Adelphi) . “La natura si identifica con la vita, mentre il sistema solare lo percepiamo non come parte della vita perché non ha la sua infezione” .
Ed ancora : “Il futuro è la stessa contemporaneità: è nell’atto con cui l’uomo religioso si rivoge a Dio per chiedergli qualcosa nella preghiera che si ha una contemporaneità. Per me la contemporaneità si sposta: è l’atto che deve avvenire, ma deve avvenire è uguale a dire che è già avvenuto, perché è l’anticipazione di ciò che avverrà. Noi abbiamo a che fare non con Dio ma con un atto veramente distruttivo. Noi, dice Seneca, siamo consolati dal fatto che possiamo partecipare alla distruzione universale. Mi consolo pensando che quando muoio io muore tutto. E ciò può avvenire se ti trasporti con il tuo pensare nell’anticipazione della fine del sistema solare” .
” Immagino questo Cielo immobile che si muove con la sua indifferenza che invidio. Ma non è niente di nobile, solo un ammasso di pietre e gas. La sostanza di ciò che ammiro è fatta di Numeri. Dio, di idee morali e di carne. Ho fatto la mia scelta. Il Cielo stellato sopra di me, e nient’altro.” ( De Mundo Pessimo – Manlio Sgalambro – Adelphi)
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