Area Expo 2015, oggi 20 ottobre 2011

L’Expo 2015 progettata da Jacques Herzog e da Stefano Boeri, era un’Expo innovativa “rivoluzionaria”, quasi senza cemento, una specie di giardino infinito, di serra all’aperto, dove la Natura, la faceva da padrona. Un luogo, un’arca dell’umanità, in cui si sarebbero radunati i Popoli del Mondo per discutere dei problemi dell’agricoltura e dell’alimentazione. Il tutto tra una moltitudine di  piante collocate nei terreni di Expo 2015, perchè selezionate appositamente, in quanto testimonianze “storiche” degli scopi alimentari dell’uomo su questo pianeta . Il futuro di questi terreni individuati per la manifestazione di Expo 2015, poteva essere quello di diventare un “grande orto botanico planetario”, un luogo eccellente che avrebbe attratto visitatori, per sempre da qualunque parte del Mondo.

Allora, Carlo Petrini, detto Carlin (22 giugno 1949, Bra) era uno dei consulenti del team di progettazione, nonchè inventore del movimento culturale e gastronomico “Slow Food” (http://www.slowfood.it/), nonchè scrittore, giornalista ed appassionato di agricoltura. Petrini che sarà poi “cacciato” dalla Signora Moratti, fu uno degli ispiratori del tema e della sua interpretazione innovativa.

Dichiara, oggi Carlin Petrini, nell’interessante articolo di Michele Brambilla, sul giornale “La Stampa” di oggi 20 ottobre 2011 a pagina 48 : “Di quel progetto iniziale, temo non sia rimasto più niente. Modifica oggi e modifica domani, alla fine il grande orto planetario è diventato un’area su cui costruire. Questo è stato il percorso seguito dalla Giunta Moratti, Ente Fiera e Regione Lombardia. C’è stato un referendum cittadino e i milanesi sono stati chiari: hanno detto no a speculazioni edilizie. Ma nonostante quel referendum, e nonostante si sia nel frattempo insediata una giunta diversa, si è deciso di cementificare”. E’ stata questa un’occasione perduta da parte della Giunta Pisapia per generare un qualcosa di diverso, proteso veramente all’ascolto “democratico” dei cittadini.

Ed ancora rimbrotta : “Intanto è passato un indice di edificabilità (0,52 mq/mq e almeno il 56% di superficie edificabile). Io non sono un tecnico, ma so che è alto. Le devo fare un esempio? È come se a Milano costruissero una decina di altri Pirelloni, oppure un intero quartiere nuovo”. Più o meno gli stessi indici della cementificazione speculativa del Piano Integrato d’Intervento delle aree Falck a Sesto S.G., oggetto di indagini da parte del Tribunale di Monza per presunte tangenti, e sempre approvato da una Giunta di sinistra.

E poi, ancora : “Avrebbe dovuto essere un’Expo di principi, di idee, di suggestioni. Una proposta su come nutrire il pianeta per i prossimi anni. Che pia illusione abbiamo coltivato. Hanno voluto come al solito trasformare tutto in un business………Io sono molto, ma molto scettico che all’Expo di Milano, così com’è stata modificata, si possano interpretare le esigenze di un pianeta che soffre un sistema alimentare ormai insostenibile. Pensiamo solo a questi pochi dati di fatto. Siamo sette miliardi sulla Terra. Un miliardo soffre di malnutrizione o addirittura muore di fame. Un miliardo e settecento milioni soffrono di obesità. Quasi il cinquanta per cento del cibo prodotto viene buttato via. Solo in Italia ogni giorno quattromila tonnellate di cibo mangiabile finiscono nella spazzatura o rimangono sulle piante perché raccoglierle costa troppo. Nel Sud del mondo, invece, il cibo viene buttato via perché non ci sono impianti per refrigerarlo, strade per trasportarlo, canali per irrigare. L’Expo di Milano doveva essere una grande Agorà mondiale per discutere di tutto questo. Dubito che sarà così”.

Ecco, il rammarico di Carlin Petrini, è il nostro rammarico; per l’ennesima volta, la parola dei cittadini non è stata ascoltata, si è preferito “piegarsi supinamente” al volere delle grandi lobbies internazionali, delle immobiliari, per evitare di “costruire” una architettura del paesaggio prestante ed innovativa, in grado di proporsi quale strada “diversa e coraggiosa” sul panorama internazionale. Una strada che poteva proporre il nostro Paese, quale capofila per una rinascita della società Occidentale, nella direzione della Decrescita consapevole, del consumo di suolo, e della tutela del Paesaggio (agricolo ed urbano che sia). Focalizzando l’attenzione mondiale sui temi dell’alimentazione, e dei prodotti biologici, in cui l’Italia è uno degli attori principali. Si è preferito, piuttosto che “costruire” un solido e promettente futuro, assicurarsi una effimera, inutile e momentanea “gettata di cemento”!

http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/425675/


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