Scriveva Ernesto Nathan Rogers, allora direttore della rivista di architettura “Casabella – Continuità”, nell’editoriale al numero monografico dedicato al maestro viennese, Adolf Loos (n. 233 del novembre 1959) : “Non si può intendere la portata dell’opera di Loos, come di ogni altra personalità di grande valore, se non localizzandola nel suo tempo, cioè nei suoi limiti storici; bisogna considerare la sua influenza nell’ambiente dove ebbe più diretta responsabilità: poi i suoi immediati successori e, infine, valutarne la posizione presente, sia fra coloro che hanno consapevolezza della sua importanza, sia fra quelli che agiscono per effetto delle energie di rimbalzo, più o meno passivamente. Tutto ciò consente di ridimensionare la figura dell’architetto viennese e di storicizzarla ai fini della nostra attività: che è il modo migliore per riportare la storia alla vita, d’innestarla nel tronco dell’esistenza; di comporla con le energie propulsive in un inesauribile fluire dove le mutazioni non risultano da atteggiamenti subitanei, arbitrari ed effimeri ma si radicano nel solco continuo della tradizione, cioè di una esperienza culturale intesa dinamicamente e creativamente.”
Poi lasciava alla sua redazione sviscerare la personalità dell’eclettico Adolf Loos. Una redazione che letta oggi, sembra la formazione di un “dream team” : Capo Redattore – Vittorio Gregotti; Segretaria di redazione – Julia Banfi; Impaginazione – Gae Aulenti; Comitato di redazione – Giulio Carlo Argan – Roberto Guiducci – Pier Luigi Nervi – Enzo Paci – Ludovico Quaroni – Filippo Sacchi – Giuseppe Samonà – Marco Zanuso; Centro studi – Aldo Rossi – Luciano Semerani – Francesco Tentori – Silvano Tintori . Un “dream team” che nei successivi decenni monopolizzerà completamente la cultura architettonica italiana, nel bene e nel male (tanto). Rendendola soprattutto asfittica e non ossigenata, fatto che ha come determinato un “ritardo” dell’architettura italiana, rispetto a quella degli altri paesi europei, soprattutto nella formazione delle nuove leve.
Un “frammento” del n. 233 di Casabella – Continuità
Adolf Loos con il poeta e filosofo Peter Altenberg a Vienna nel 1918
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