Mi sono chiesto più volte, se l’immagine esterna di un edificio, deve anche riflettersi negli interni, oppure le due immagini devono necessariamente divergere. Ad esempio in Piano Renzo, quasi sempre l’esterno è indipendente dagli interni, che sono sempre rigorosamente semplici accoglienti, minimalisti, ma “caldi”. Un caso emblematico e il Zentrum Paul Klee di Berna, dove ad un esterno “tecnologico”, che però riesce a creare, con le sue forme, una “liaison” con il paesaggio, divenendone quasi un’appendice interpretativa indispensabile; corrispondono degli interni, che in fin dei conti sono sempre i soliti. Gli stessi del “Sole 24 Ore” di Milano, della sede del “New York Times” a New York, del “Beyeler Museum” a Basilea/Rheien. Anche qui a Berna, prestigiosi pavimenti lignei chiari, pareti semplici a tinte tenui con colori solo laddove necessari per evidenziare qualcosa, corpi illuminanti “tecnici” con coni luminosi soft, porte massicce e pesanti ma comode da movimentare. Tanta attenzione per l’acustica, sia nei controsoffitti che nelle dotazioni impiantistiche. Molta cura negli aspetti di “microclima interno”, sia nella ventilazione che nella climatizzazione. Tanta luce naturale controllata da tende e frangisole. Spesso in Piano Renzo, sono le finestre, con le loro “inquadrature paesaggistiche” a determinare una tensione, una relazione tra interno ed esterno. Anche gli arredi, sempre in legno chiaro, sono essenziali “puliti”. La parte migliore sono i servizi igienici (sempre studiare come vengono realizzati da queste archistar, infatti qui spesso si hanno delle sorprese), che sono il punto dove Piano Renzo, concentra tutta la ricchezza, l’opulenza nell’uso dei materiali e degli accessori, ma anche qui senza “imboscate”, come invece spesso avviene con Herzog & de Meuron o Jean Nouvel.

Dichiara lo stesso Piano Renzo, riferendosi alla sua maniera di fare architettura : “Più elimino il superfluo, più ottengo economie dei materiali. Più riduco i materiali, più mi avvicino alla natura ed entro in contatto con la luce e il vento. La qualità di un edificio dipende in gran parte da una buona illuminazione e dagli effetti piacevoli della ventilazione.” (Renzo Piano – Intervista a cura di Luigi Prestinenza Puglisi in Luminous 3/2009), ecco io credo che in questa operazione di “sottrazione” di “eliminazione”, stia il segreto della così detta architettura degli interni. Infatti poi, spesso, saranno gli utenti ad aggiungere il superfluo, personalizzando lo spazio a loro piacimento.

 

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