Il quartiere di Cascina Gatti a Sesto San Giovanni, è un antico borghetto, con una chiesetta di mattoni e quattro case dall’aspetto agricolo. E’ un luogo assediato dalla ex città delle fabbriche in folle espansione, dove, un unico cono prospettico paesaggistico, garantisce, nonostante l’inceneritore Co.Re e l’antenna di Mediaset, di cogliere i “rimasugli” di un paesaggio agricolo antico e meraviglioso.   Oggi,  questo luogo, in cui la memoria si fa ancora futuro,  è stato trasformato sulla carta e nei fatti, in un esempio di rara ingordigia di suolo e di consumo “gratuito del cemento”. E’ stata qui infatti “resa operativa” una proposta di  PII (Piano integrato d’intervento), voluto dalla uscente Giunta Oldrini e dalle cooperative di centrosinistra sestesi. Il piano, in fregio al Parco della Media Valle del Lambro (P.L.I.S. Parco Locale di Interesse Sovracomunale) a firma di un noto professionista sestese indagato  per la “querelle tangentara” del Sistema Sesto, su cui si esprimeranno i Giudici del Tribunale di Monza, ci propone, quasi 42.000 mq si slp (superficie lorda di pavimento, pari a poco più 120.000 metri cubi). Circa 500 alloggi, più un asilo ed una scuola. Un muro di cemento di case, con vista sull’inceneritore Co.Re.

http://www.sestosg.net/sportelli/ediliziaeurbanistica/urbanistica_pii/scheda/,1090

Si tratta, direbbe, l’osservatore poco attento, di un progetto per “bei casoni”, alti, alti (9-10 piani), un asilo, del commercio e quant’altro, finalizzati, come si legge, in maniera quasi anacronistica, nella relazione di presentazione del piano : “Alla riqualificazione – a partire dalla sistemazione e ridisegno di un nuovo parco urbano – di una zona della città gravata da condizioni di marginalità.” Ed ancora il progettista nella sua relazione tecnica, “delira”, dando valore alla “colata di cemento” quale “rimedio” per ricucire dal punto di vista urbanistico il tessuto urbano. In tutta la relazione del PII di Cascina Gatti, del “Paesaggio” non v’è traccia. Infatti esso, per chi progetta o costruisce, non rappresenta un valore, ma un “intralcio”, un “limite” alle proprie attività. Ecco che allora il pregevole cono paesaggistico attuale, diventa, grazie al cemento gettato a caso, una “Prospettiva Nevskij” di giardinetti senza senso, circondati da palazzoni senza architettura, né assetto urbanistico. Cemento per mangiarsi il Parco, cemento per inghiottirsi l’ultima memoria del paesaggio sestese. Ma di ciò ai Cittadini non importa nulla, interessa solamente a quei “quattro gatti” che lì intorno gravitano, troppo pochi per fermare un processo quasi irreversibile, visto che la sede cittadina del Partito Democratico sestese (Enzo Biagi), insiste proprio in un edificio di proprietà della cooperativa che costruirà l’intervento.

Nasce qui logico chiedersi, ma le Commissioni per il Paesaggio, previste dalla legislazione (Legge Regione Lombardia 12/2005 – artt. 80 e 81 e D.lgs 42/2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” – artt. 146, 159 e 167), cosa ci stanno a fare, se non riescono a “limitare” questi veri e propri scempi? Bisogna qui dire che la Commissione per il Paesaggio di Sesto, in merito al Piano di Cascina Gatti ha espresso un primo parere totalmente contrario. Ma bisogna anche dire che questo parere non è per nulla vincolante, come quello di tutte le Commissioni per il Paesaggio, d’ufficio il Dirigente di settore competente, può sempre procedere anche con parere contrario della Commissione. E poi una Commissione può sempre essere “addomesticata”, opportunamente “indirizzata”, magari ri-sottoponendogli “n” volte il progetto, fintanto che non passa. Quindi, alla facciazza dell’articolo 9 della Costituzione Italiana che recita : “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Ed allora, più che salvarlo, il Paesaggio, in Italia ed in particolar modo a Sesto San Giovanni, lo si distrugge, lo si distrugge per Legge!

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