“Tutto ciò che non innalza il tono……è arte. Tutto ciò che non imita la vita ma fa tic-tac…..Tutto ciò che è monotono…..che non canta come un gallo……Quanto più una cosa è monotona, tanto più è simile alla verità”. (Iosif Brodskij – MARMI)

Alle Gallerie d’Italia in Piazza della Scala 4 a Milano, magnifica esposizione dei marmi della collezione Torlonia, la principale raccolta privata d’arte antica al mondo. Un evento da non perdere!

La famiglia Torlonia, incominciò a collezionare marmi antichi, nel 1800. Giovanni Torlonia acquista tutti i contenuti dello studio dello scultore e restauratore Bartolomeo Cavaceppi. Successivamente, nel 1809, la Famiglia Giustiniani offre a Giovanni Torlonia un’importante collezione di sculture. Lo stesso Giovanni inizia anche a fare degli scavi archeologici nei numerosi terreni di proprietà della famiglia : Tenuta di Romanavecchia sulla via Appia, Tenuta della Caffarella (dal 1823), Villa di Massenzio sempre sulla via Appia (dal 1824), eccetera. Scavi poi proseguiti ed ampliati dai discendenti.

Fino al Trecento, i resti scultorei romani, venivano lasciati interrati, in quanto poco interessanti e blasfemi. Solo dal Quattrocento, inizia a crescere un interesse per l’archeologia e gli apparati scultorei del passato.

Oltre ai volti dei “Grandi Romani” . Adriano, Plautilla, Commodo, Marco Aurelio, Tito, Agrippina, Vespasiano, Livia, eccetera; spicca per l’inusitata modernità dei tratti e del trattamento lapideo, il volto della così detta “Fanciulla da Vulci” (circa 50-40 a C.).

Un volto enigmatico quello della “Fanciulla da Vulci”, che è una delle opere della collezione più a lungo studiate e discusse. Una “testa”, dai tratti delicati e graziosi, è impreziosita da una acconciatura, che un era anche arricchita con inserti d’oro e pietre preziose. Un pregevole ritratto realizzato tra la fine della Repubblica e i primi anni del principato Augusteo.

La collezione Torlonia di marmi antichi, diventa così numerosa, che già nel 1876, viene raccolta in un catalogo del Museo Torlonia, editato da Pietro Ercole Visconti, e comprendente ben oltre 500 sculture.

In merito alla mostra, si possono fare alcune riflessioni sul restauro, infatti molte sculture provengono da collezioni antiche e permettono di confrontare le varie metodologie, rispetto a quelle in uso oggi. Per secoli si è adottato un criterio, frutto del gusto dominante, di “completare” i pezzi mancanti delle sculture, spesso celando le differenze tra le parti originali e quelle di completamento. Famosi scultori si dedicavano, con i loro laboratori, a tali attività, come ad esempio Pietro e Gian Lorenzo Bernini. Di cui è esposta la famosa scultura “Ulisse sotto il montone” (della prima metà del I secolo d.C.), la cui testa venne rifatta dai Bernini ed aggiunta al corpo con una fascia di compensazione ancora chiaramente leggibile.

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate