Mosaico absidale di Fiorenzo Tomea


La chiesa venne progettata negli anni Cinquanta del Novecento a completamento del nuovo insediamento di Metanopoli (San Donato Milanese), voluto da Enrico Mattei

( https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Mattei ) per l’Headquarter dell’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI) con annesse le residenze per i dipendenti. La chiesa venne dedicata a Santa Barbara in quanto patrona delle attività minerarie e quindi anche dell’attività di ricerca e produzione idrocarburi svolta dall’ENI. Molte lapidi, nelle cappelle, ricordano i dipendenti ENI caduti sul lavoro.

La chiesa fu collocata al centro dell’insediamento, di fronte a un’ampia piazza, e venne fiancheggiata dalla casa parrocchiale, dal battistero e dal campanile.


Soffitto con pannelli di Andrea Cascella

Il progetto fu redatto, nel 1952, dall’architetto dell’ENI Mario Bacciocchi

( https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Bacciocchi ), e la costruzione fu completata nel 1954. La chiesa fu elevata in parrocchia nel 1963, da Paolo VI, per servire le necessità spirituali di una comunità in crescita demografica costante.

La chiesa, per volontà del Bacciocchi e soprattutto di Mattei, fu arricchita da una serie di opere d’arte, dei migliori artisti degli anni Cinquanta. L’idea era di fare un’opera che rivaleggiasse con le chiese storiche italiane.



Sulla piazza, si apre un portico con dei possenti pilastri a setto, che ripara i tre portali d’ingresso, di cui quello centrale fu disegnato dai fratelli Arnaldo e Giò Pomodoro. L’interno è a navata unica, con un transetto di larghezza limitata, ed è corredato da numerose di opere d’arte, di cui le maggiori sono i pannelli che decorano il soffitto, di Andrea Cascella, la Via Crucis (scultorea a bassorilievo)di Pericle Fazzini, la pale della Madonna della Speranza di Bruno Cassinari, la cappella di Sant’Antonio di Franco Gentilini ed il maestoso mosaico absidale della Crocifissione di Fiorenzo Tomea (Zoppè di Cadore, Belluno, 1910 – Milano, 1960), il terzo per grandezza tra i mosaici a parete europei ed primo in Italia.

Se passate da San Donato Milanese, oltre agli “eleganti deliri” di Thom Mayne (Morphosis Architects) per il costosissimo VI Palazzo Uffici AGIP/SNAM (https://it.wikipedia.org/wiki/Sesto_palazzo_degli_uffici_ENI), certamente non fatevi sfuggire questa “chicca” dei favolosi Anni Cinquanta del Novecento.


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