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Calcestruzzo pro – capite


Giuseppe Micciché /Architekturpreis Beton 17

La Svizzera è tra i Paesi, al Mondo, col maggior consumo di cemento pro capite. In Svizzera, si consumano 584 kg pro capite l’anno, di calcestruzzo, per ogni abitante. La Svizzera è pero, anche tra i paesi più impegnati a rendere il settore delle costruzioni più ecologico. Se fosse una nazione, l’industria mondiale del cemento sarebbe la terza più inquinante dopo Cina e USA. È all’origine, l’industria del calcestruzzo, di circa l’8% delle emissioni globali di CO2: più di aerei e navi. Il settore è dunque chiamato a ridurre il suo impatto, ma il boom edilizio nei Paesi emergenti non aiuta. Che fare? Sostituendo i combustibili fossili che alimentano i forni con rifiuti domestici, biomasse o fanghi, i sei cementifici della Svizzera hanno già ridotto le emissioni. Ma questo era solo l’inizio. Ora, per raggiungere la neutralità climatica servono tecnologie di cattura e stoccaggio del CO2, rivedere la composizione del cemento e studiare materie prime alternative. Ed in ITALIA, invece, ogni anno vengono prodotti 19 milioni di tonnellate di calcestruzzo, per un consumo pro capite (60 milioni di abitanti) di circa 316 kg per anno. Pochissime le iniziative ed i finanziamenti per la ricerca di soluzioni alternative. Forse sarebbe il caso di incominciare a pensare ad una TRANSIZIONE ECOLOGICA EFFETTIVA, ed il Recovery plan, potrebbe essere uno stimolo, all’utilizzo di : legno, paglia e terra. Chissà se Draghi e soci ci stanno minimamente pensando?

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BOERITUDINE gourmet


TRE B

Può essere Milano una città più serena, che persegue il raggiungimento della sostenibilità di capitali europee, già da decenni in “corsa” per raggiungere lo stesso obbiettivo per il 2025 (https://bit.ly/2C8N7NP  – ben 5 anni prima).

E mentre da noi, a Milano, si discute di qualità dell’architettura (e non di giardinaggio), distratti ad arte da Beppe Sala e Pierfrancesco Maran; il duo cela nel VERDEGGIANTE PGT 2030 di Milano, milioni di metri quadrati di slp. per l’esattezza : 4 milioni e 500 mila; pari ad oltre 15 milioni di metri cubi di cemento (con le premialità inerente la sostenibilità del Regolamento Edilizio); pari ad oltre 100 mila nuovi residenti a Milano da qui al 2030.

Un volume pari a SEI VOLTE il volume della Piramide di Cheope. Eppure nessuno dice niente in merito. Passate le osservazioni, si discute dei milioni di alberi che il Sindaco Sala ha promesso di piantare (per nascondere il cemento).

Milano è ormai da anni in preda alla “Boeritudine”, che ha dimostrato che si può nascondere un grattacielo a torre (massiccio e pesante, di una mediocre qualità architettonica) sotto alcune migliaia di piante, ed i turisti, i cittadini e gli architetti, giù a sperticarsi in complimenti senza fine.

L’architettura ormai è solo “nascondimento” nella città più INQUINATA (https://bit.ly/2q4FLYQ) ed europea d’Italia; ma è anche propaganda, effetto, stranezza, e il futuro non può essere un bosco verticale replicato all’ennesima potenza, come si legge nei documenti del PGT 2030 e nel testo del Regolamento Edilizio, che il duo Sala/Maran si accinge a modificare.

Ci vogliono PARCHI, pause nel tessuto urbano, per OSSIGENARE i cittadini che muoiono letteralmente asfissiati.

Mentre nel PGT 2030, la giunta “spaccia” il nascondimento VERDEGGIANTE di un’edificazione “prona” alle esigenze degli immobiliaristi (Coima, Hines, ecc.), letteralmente “FUMANDOSI” anche l’occasione generazionale di 1 milione e 200 mila metri quadrati degli ex Scali Ferroviari da trasformare PER MOTIVI SANITARI URGENTI, esclusivamente in aree verdi, in parchi (come il Parco Nord); mentre invece solo il 50/60% di queste enormi aree sarà trasformato in verde pubblico (ovviamente a gestione privata).

E’ la BOERITUDINE GOURMET, la ricetta perversa di mettere verde ovunque, rinunciando a costruire una città per i cittadini, fatta di piazze, parchi, case  popolari, servizi, biblioteche (non di alberi MA DI LIBRI), come si faceva qualche decennio fa con l’Urbanistica.

Oggi con il PGT (Piano di Governo del Territorio) la pubblica amministrazione ha delegato il tutto alle fameliche ricette degli immobiliaristi, mentre la BOERITUDINE convince tutti esattamente come UN SOLE INGANNATORE.

No, così la città, Milano non PUO’ ESSERE SERENA.

BOERITUDINE

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Lo stato delle cose (La grande adunata)


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OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl 29 marzo 2013, abbiamo partecipato al sopralluogo per l’ennesimo concorso “virtuale” di idee (il secondo quest’anno), visto che il lavoro, quello reale, è ormai un’utopia sempre più irrealizzabile. Questa volta il concorso lo gestisce un privato, in accordo con l’Amministrazione comunale. Si tratta di proporre delle idee per il masterplan atto a riqualificare l’area dismessa della Mazzoleni Spa a Seriate (Bergamo) .

 http://riusomazzoleni.wordpress.com/

Il concorso, esente da una costosa iscrizione, ed avendo come elaborato una sola tavola A0, da inviarsi per posta elettronica, è stato ovviamente gettonatissimo. Tantissimi i contatti per scaricare il bando (come dichiarato dagli stessi organizzatori). Centinaia i gruppi iscritti al sopralluogo, che proprio a causa dell’inusitata partecipazione, è stato “spalmato” su due date. Una moltitudine impressionante, gli iscritti, tanto che per alcuni giorni il sito per ottenere l’iscrizione è andato in “tilt”.

Il 29 marzo, quando abbiamo eseguito noi il sopralluogo dell’area, sembrava di trovarsi ad una “grande adunata”, ad un raduno di architetti, provenienti da tutta Italia ed anche da alcuni paesi europei. Per un attimo è come se l’area, ormai in completo abbandono, si fosse animata di nuovo, non più frequentata da lavoratori, ma da creativi, ansiosi di esprimere le loro idee in merito.

In realtà, era la “fame di lavoro” a spingere molti alla “partecipazione creativa”. Una fame che nell’edilizia, ormai in crollo vertiginoso di investimenti,  vede sempre di più, coinvolti soprattutto i creativi : architetti, ingegneri, designer, ecc., i primi a soffrire, mentre si completano gli ultimi lavori di cui si sono ritirati i permessi di costruire.

Tutto ciò era particolarmente evidente nell’intorno dell’area oggetto del concorso, dove recenti interventi  residenziali ultimati da circa un anno, trovavano un’occupazione degli alloggi solamente in piccolissima parte (un 85% risultava invenduto). Nonostante ciò, seppur con lentezza, altri lotti contigui all’area, si apprestavano a partire, per realizzare “scatoloni” destinati a rimanere vuoti, per chissà quanto tempo.

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CRISI

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Oggi il mestiere di progettista, è fortemente inflazionato. Ci sono innumerevoli corsi universitari, da Napoli,  Roma, e Milano, che sfornano centinaia di laureati e diplomati ogni anno, mentre il lavoro è in continua costante riduzione da almeno due anni. D’altro canto le università (veri e propri potentati, governati da una casta di intoccabili, non interessati da rinnovamento che sta colpendo la politica), devono autoalimentarsi di studenti a cui “spennare” le tasse universitarie e mantenere stabile una popolazione universitaria che consente ad un sistema ormai esclusivamente “parentelare/clientelare” di sopravvivere.

Che il “creativo” sia un mestiere per benestanti, se non proprio per ricchi, appare ormai evidente: se si trova il lavoro, ormai rarissimo, si va a bottega da noti professionisti e/o società d’ingegneria, ma difficilmente ci si emancipa da una situazione sottopagata, o addirittura non pagata. Situazione che può durare anni e con la nuova legislazione (per lavorare) impone l’obbligo di partita iva ed iscrizione all’ordine professionale. È considerevolmente cresciuta l’offerta di professionisti, e quindi, per effetto della concorrenza, si sono abbassati i compensi, che ormai hanno raggiunto il limite della mera sussistenza.

Non che per chi è “anziano creativo”, sia meglio, spesso si langue, in una contrazione del reddito, che porta alla realizzazione di veri e propri equilibrismi economici. Nasce quindi, sempre più evidente un nuovo proletariato creativo, abbandonato a se stesso. Non si ha uno stipendio fisso, non si possono inscenare delle rivendicazioni, anche con un solo micragnoso lavoro sottopagato si è sempre occupati.

Probabilmente per tutti i creativi, ormai alla fame, non rimane che esportare la loro creatività all’estero, in quella che negli anni sta diventando ormai una vera e propria diaspora. Oltre all’hardware, rappresentato dalle moltissime fabbriche che con tutti i macchinari (spesso di notte), vengono trasferite in toto in paesi esteri, anche il software, sta subendo lo stesso destino, ormai da anni. Per chi resta non rimane che la desertificazione sistematica della creatività, quella secchezza dell’anima (e delle menti), che solo in terreni sterili ed aridi, come è l’Italia in questi anni, può avvenire.

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This is the end


I dati  Ance ( Associazione Nazionale Costruttori Edili)  del 2012:

  • nei primi tre mesi di quest’anno le vendite di case sono scese del 19,6% rispetto ai primi tre mesi del 2011;
  • dal 2008 al 2012 sono 325.000 i posti persi nelle costruzioni. Sono più di 500.000 se si considera l’indotto ed i settori correlati;
  • l’accesso ai mutui bancari per l’acquisto di immobili è sempre più difficoltoso. Dall’inizio dell’anno il calo è stato di circa il 50% (45,4%).

Nell’edilizia, dal 2007 a oggi sono scese del 20% le aziende che pagano puntualmente i loro fornitori passando dal 60% al 41% del totale.

http://www.arezzo.ance.it/docs/docDownload.aspx?id=6738

E’ evidente che il comportamento degli acquirenti, incarna perfettamente la tragicità di questi dati, e lascia intravedere che vi siano delle aspettative circa il permanere di una situazione congiunturale negativa, di durata medio / lunga, che potrebbe produrre un calo consistente dei prezzi delle case.

E’ probabile che questa sia la fine, o meglio l’inizio della fine della produzione edilizia speculativa, così come l’abbiamo vista fare sino ad oggi.

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