
La Svizzera è tra i Paesi, al Mondo, col maggior consumo di cemento pro capite. In Svizzera, si consumano 584 kg pro capite l’anno, di calcestruzzo, per ogni abitante. La Svizzera è pero, anche tra i paesi più impegnati a rendere il settore delle costruzioni più ecologico. Se fosse una nazione, l’industria mondiale del cemento sarebbe la terza più inquinante dopo Cina e USA. È all’origine, l’industria del calcestruzzo, di circa l’8% delle emissioni globali di CO2: più di aerei e navi. Il settore è dunque chiamato a ridurre il suo impatto, ma il boom edilizio nei Paesi emergenti non aiuta. Che fare? Sostituendo i combustibili fossili che alimentano i forni con rifiuti domestici, biomasse o fanghi, i sei cementifici della Svizzera hanno già ridotto le emissioni. Ma questo era solo l’inizio. Ora, per raggiungere la neutralità climatica servono tecnologie di cattura e stoccaggio del CO2, rivedere la composizione del cemento e studiare materie prime alternative. Ed in ITALIA, invece, ogni anno vengono prodotti 19 milioni di tonnellate di calcestruzzo, per un consumo pro capite (60 milioni di abitanti) di circa 316 kg per anno. Pochissime le iniziative ed i finanziamenti per la ricerca di soluzioni alternative. Forse sarebbe il caso di incominciare a pensare ad una TRANSIZIONE ECOLOGICA EFFETTIVA, ed il Recovery plan, potrebbe essere uno stimolo, all’utilizzo di : legno, paglia e terra. Chissà se Draghi e soci ci stanno minimamente pensando?
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