Al Mondo, o perlomeno nei paesi civilizzati, solo in Italia, succede che prima si fanno le case e poi si pensa alle urbanizzazioni (strade, scuole, fognature, commercio, ecc.), dovunque prima si bonificano in maniera adeguata i terreni e si urbanizza, di solito fa ciò il l’operatore pubblico e/o con il privato, poi si costruisce. Ciò vale come regola imprenditoriale, è ovvio che ho interesse, sia come privato che come pubblico, a fare in modo che le cose avvengano nei tempi e nei modi prestabili in modo che il denaro investito rientri i maniera rapida e veloce.
Di solito ovunque il pubblico è partner delle operazioni immobiliari dei privati, avendo interesse a fare vedere agli elettori che tutto funziona bene, nei costi e nei tempi prestabiliti. A tal fine l’operatore pubblico e attore attivo sia della pianificazione che della costruzione del paesaggio urbano. Prima si studia la città, si discute, poi si progetta e si realizza.
Sono stato l’estate del 2010, a Marsiglia dove, in preparazione all’evento “Marsiglia Capitale della Cultura Europea 2013” (http://www.euromedite… ) si sta attuando la trasformazione del porto, risanando interi quartieri esistenti e costruendo anche del nuovo. Il tutto con un’attività di ragionamento progettuale, che è partita, più di 10 anni fa, dall’identificazione della realtà metropolitana di Marsiglia e del suo paesaggio, per arrivare fino alla definizione dei dettagli dell’arredo urbano. In ciò il pubblico è sempre stato “pilota attivo” della trasformazione, rendendo costantemente i cittadini partecipi e consapevoli di quello che si stava facendo! In modo che potessero controllare e dare le loro idee, in un dibattito anche molto aspro, essendo Marsiglia una città multietnica di 350.000 abitanti. Sono quindi stati approvati prima i piani urbanistici, poi approvati i progetti delle urbanizzazioni, ed ora si stanno realizzando gli edifici e ristrutturando quelli esistenti. Se vai oggi a Marsiglia vedi già moltissime strade, tunnel, scuole, biblioteche, tram, metropolitane, ecc.,già finiti, mentre si stanno costruendo gli edifici privati.
A Milano invece si fa esattamente l’opposto, si sta costruendo l’ira di Dio ed il PGT non è ancora operativo (è stato approvato in Consiglio Comunale a fine luglio). Si costruisce con i criteri della variante al PRG (1979), che è uno strumento urbanistico obsoleto, basato su un’idea di città frutto di criteri centralistici quantitativi e non su criteri qualitativi.
Insomma un vero e proprio delirio, tenendo presente che il PGT è stato svilito dei suoi contenuti di pregio, divenendo un’ulteriore mezzo per accelerare l’edificazione delegata ai privati e ritagliando al pubblico solamente un’attività limitata di controllo.
Insomma a Milano il pubblico è supino ai voleri del privato.
Il pubblico, quì, non pilota nulla e soprattutto non condivide nulla con i cittadini.
Chissà cosa avrà mai in cambio il pubblico da cotanta supineria?
Di certo a noi cittadini non vien nulla, tali volumetrie porteranno a Milano solamente altro inquinamento, strade congestionate, code nei mezzi pubblici e poi dopo l’EXPO 2015, il “deserto” immobiliare, con un crollo dei prezzi di compravendita e tanti “scatoloni” che rimaranno vuoti ed inutilizzati per anni!
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