Il nostro secolo sarà caratterizzato dagli spostamenti, sempre più grandi, di masse di popolazione da una città ad un’altra, da un continente all’altro, da uno Stato all’altro. In tale condizione umana, dove le persone, continuamente cambieranno paesaggio e prospettiva di vita e di relazioni sociali, l’architettura e la progettazione del paesaggio, acquisisce un ruolo nuovo. Dal Museo di F.O. Gehry a Bilbo (Spagna), per la Fondazione Guggenheim, anche i non addetti ai lavori, la massa, hanno intuito le nuove prestanti potenzialità dell’architettura, che la fanno diventare  un acceleratore di immagini nella competizione globale tra “luoghi eccellenti”. Ciò è vero dovunque ma non in Italia. Nel nostro Paese la voglia di innovazione incontra sempre forti, inspiegabili ed insormontabili resistenze quando si tratta dei settori creativi più “tradizionali”: letteratura, cinema, e architettura “contemporanea”. l’Italia è paralizzata e incapace di accogliere ed elaborare in chiave locale le tendenze dominanti nel mondo. Mai come oggi l’architettura è stata seguita e coccolata dai media. Ma la diffusa attenzione agli eventi di architettura non sembra, nel nostro Paese, tradursi in un contestuale  affermarsi di una nuova generazione di architetture, spazi pubblici di qualità, paesaggio. Ecco ho descritto sommariamente alcuni contenuti (quelli più interessanti) del bel libro di Pippo Ciorra – Senza Architettura,  le ragioni di una crisi – Saggi Tascabili Laterza – 2011. Un libro in cui si interpreta e si analizza, il lento declino dell’architettura in Italia, e di conseguenza del paesaggio, un declino a cui fa seguito una grave incapacità di descrivere e realizzare lo spazio contemporaneo della nostra società, continuamente “piegata in due” su sé stessa, alla ricerca di una passato. Ecco che allora, come avvenne per la generazione di architetti quali : Aldo Rossi, Giorgio Grassi, Antonio Monestiroli, ecc. che l’architettura, più che essere costruita, veniva progettata e rimaneva sulla carta, anzi veniva apposta prodotta esclusivamente per la carta. Allora nacque, a seguito di ciò, dopo decenni di immagini solamente disegnate, un movimento, “La Scuola Italiana”. Un movimento che si fece strada nel mondo, anche costruendo edifici, propugnando l’immagine del nostro paese e soprattutto del suo passato architettonicamente glorioso. Oggi, con la trasposizione informatica del “progettare architettura”, chiunque, anche chi non è strettamente legato alla disciplina può fare, o meglio simulare, architettura. Proprio come nel video che vi propongo qui sotto, che mi ha segnalato l’amico Frank (non a caso originario del Canada) dove un artista grafico, Alex Roman, ha ridisegnato virtualmente progetti storici dell’architettura moderna, ascrivibili a Louis Kahn , Mies Van der Rohe, ecc. reinterpretandoli come se fossero veri e da lui ri-costruiti, ri-progettati, ri-generati (totalmente in un ambiente virtuale). Ci troviamo anche qui in un “mondo nuovo” che in Italia, quasi non esiste all’interno dell’ambito disciplinare, oppure nelle scuole di architettura, dove il ruolo dell’architetto deve per forza essere rivisto e ricollocato, affinchè non avvenga quanto prefigurato da Ciorra, un Paese senza architettura……senza quella reale, perchè incapace di proporre quella virtuale.

http://vimeo.com/7809605

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