Concept Expo 2015 – Progetto Herzog/Boeri 2009

La partita per Expo 2015, probabilmente è già stata decisa, e Stefano Boeri, non è concorde con le scelte progettuali e tematiche, che sono state attuate. Oggi, 27 ottobre 2011 (Milano, Palazzo Castiglioni in Corso Venezia 47/49) al convegno “Expo 2015 e Lombardia” è stata l’occasione per il neo Assessore alla Cultura e per Expo 2015 della Giunta Pisapia, nonché architetto, per ribadire il proprio punto di vista. Ha dichiarato : “Ora che l’Expo ha preso una sua strada progettuale che non condivido, bisogna lavorare da qui al 2015 per rendere credibili e conosciuti i temi di Expo 2015 ”.

L’espressione del suo volto, oggi, testimoniava chiaramente del suo imbarazzo a parlare, come ha fatto con la solita franchezza che lo contraddistingue, di alcuni aspetti “delicati” inerenti anche il tema stesso della manifestazione. Ed ha continuato precisando, che bisogna sfruttare questo evento, dato che in qualunque caso focalizzerà l’attenzione mondiale sulla città di Milano e sul tema dell’alimentazione “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, per raccontare le trasformazioni che la città dovrà attuare per instaurare un nuovo rapporto tra tessuto edilizio e territorio agricolo, puntando su tre punti: 1) enogastronomia, 2) energie rinnovabili, 3) filiera alimentare. Quindi partire subito per generare sul territorio milanese e lombardo, una vera e propria trasformazione socio-culturale, della maniera di produrre e di consumare. Milano, da oggi sino ad arrivare all’Expo 2015, deve diventare un luogo di eventi, di proposte innovative, di ricerca, di conservazione della biodiversità, di studi sul paesaggio agricolo. E tutto ciò dovrà avvenire con eventi che si realizzeranno sul territorio, per rendere credibile e stimolante il tema che Expo 2015 si è data. Bisogna mostrare a tutti una città che cambia, aprendosi al Mondo. Si potrà attuare questa “rivoluzione” partendo dalla piccola e media impresa, perché è lì che si concentrano le attività nel campo agro-alimentare e nell’enogastronomia. Bisogna dare, al Mondo, una nuova idea di paesaggio puntando tutto sull’universo agricolo.

Ed ancora : “Purtroppo il progetto, il nuovo masterplan di Expo 2015, presentato ieri a Cernobbio (International Participants Meeting.) è molto lontano da quello di due anni fa”, ci saranno tre livelli di partecipazione: i paesi che realizzeranno autonomamente i padiglioni, quelli che li realizzeranno appoggiandosi alla struttura tecnica di Expo 2015, infine quelli che (essendo piccoli e con poche risorse) si collocheranno in una specie di “cluster tematici” (caffè, riso, ecc.) disegnati da Dante Ferretti, scenografo, vincitore di un premio Oscar. Inoltre per attuare il masterplan, non si parla più di concorsi di idee sui singoli progetti, e su ciò bisogna attivarsi, vigilare, come ordini professionali, per cercare di difendere questa opzione. Invece, ha dichiarato Stefano Boeri, il dopo Expo 2015 è una questione molto controversa, di certo si sa che sarà gestito da una società Arexpo con a capo (maggioranza di azionariato) i comuni di Milano e Rho. Per Boeri, l’area deve diventare, dopo il 2015, un centro internazionale di studi e ricerca nel campo agro-alimentare, con università e centri di innovazione, ed anche un grande orto botanico. Un luogo della conoscenza alimentare in un mondo dove 4,5 miliardi di persone sono scarsamente alimentate, a scapito di 1,5 miliardi di persone che invece soffrono di obesità, sovra-alimentazione e problemi di salute conseguenti. Ha chiuso il suo intervento dichiarando che dobbiamo tenere ben presente che l’Italia è conosciuta al mondo proprio per la sua qualità nella produzione di alimenti unici; un mondo dove vi sono nazioni in cui Carlin Petrini (inventore di Slow-Food) è molto più conosciuto di Giorgio Armani, quindi Expo 2015 ed il suo tema devono farsi forza innanzitutto di questo.

Un intervento lucido, quasi programmatico, quello di Boeri; un intervento progettuale che ha tracciato un percorso, molto intelligente ed interessante. Un percorso che di fatto, in sintesi,  ci dice: se la partita sul masterplan di Expo è persa, si tratta semplicemente di una “battaglia”, almeno sino al 2015 bisogna attuare un cambiamento socio-culturale della città di Milano, del suo territorio e soprattutto dei cittadini. Saranno poi queste nuove opzioni (biodiversita, rapporto città-agricoltura, innovazione alimentare, paesaggio, ecc.) ad evitare che le aree di Expo, diventino luoghi di speculazione edilizia. Progetto ambizioso, colto, come tutti i grandi progetti, ma reale, fattibile………e soprattutto molto condivisibile!

http://video.repubblica.it/edizione/milano/il-viaggio-virtuale-a-expo-2015/79281?videoAddio

Video del masterplan presentato a Cernobbio

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