Progettati dall’architetto e paesaggista americano  Bohlin Cywinski Jackson, (http://www.bcj.com/public/projects/project/39.html), ed inaugurati nel 2001, i nuovi Pixar Animation Studios di Emeryville, in California (tra Berkeley e Oakland), sono in grado di ospitare oltre 1.000 dipendenti su circa 61.000 metri quadrati di terreno. Il progetto iniziale prevedeva la possibilità di ampliamento per altri 1.000 dipendenti, cosa avvenuta a partire dal 2008 e completata nel 2011, con la costruzione nei parcheggi di due nuovi edifici. Si tratta di un progetto in cui il costruito (asservito totalmente a favorire l’attività creativa/lavorativa) si integra con una concezione paesaggistica all’avanguardia , dove anche la fruizione degli spazi esterni, contribuisce a mettere il creativo/lavoratore, nelle condizioni migliori per svolgere la propria attività con costanza e qualità.

Pixar è l’azienda leader nell’uso della computer animation per creare film originali, quali: Toy Story, Toy Story II, A Bug Life, il Monsters & Co., Alla ricerca di Nemo e Gli Incredibili, Wall-e, ecc.. Pixar impiega artisti, sceneggiatori, animatori, esperti informatici; il suo successo commerciale si basa sulla capacità di attrarre le persone migliori in ogni campo. Un’altra sfida è quella di perseguire una cultura che favorisce la “contaminazione incrociata” di idee tra le diverse specialità. Le soluzioni a queste sfide sono una parte esplicita, e molto precisa, del programma di progettazione per l’impianto architettonico richiesto.

La prima fase, per 1000 dipendenti, è costituita da una superficie coperta di circa 18.500 metri quadrati, due piani, edificio in acciaio e muratura. Al centro della struttura è un grande atrio che funge da piazza centrale per il campus. Di fronte a questo spazio pubblico sono gli uffici, di 600 posti, sala cinematografica progettati per gli standard THX e due quaranta posti sale di proiezione. La piazza comprende una hall di arrivo e area di registrazione, una caffetteria e un centro fitness. Le qualità della luce, dello spazio architettonico e l’integrazione delle tecnologie impiantistiche in tutta la struttura, favorisce la percezione di un ambiente ancora umano, pur essendo un posto di lavoro interattivo, ad alta tecnologia diffusa. La spazialità interna è quindi informale, altamente personalizzabile, con molte piante e tanta luce.

Architettura del paesaggio gioca un ruolo particolarmente importante nell’unificazione del campus, contribuendo a definirlo come un posto “eccezionale” nel contesto urbano di Emeryville. Il paesaggio esterno , progettato dallo studio Peter Walker Partners (http://www.pwpla.com/projects/pixar-animation-studios/&details), è particolarmente curato, con molti luoghi apparentemente sconosciuti, per camminare, sedersi e parlare, o mangiare il pranzo all’aperto. Esso comprende un anfiteatro da 600 posti all’aperto, un campo di calcio, e un orto biologico, giardini fioriti e un prato di fiori selvatici.

Quindi altissima qualità spaziale (interno-esterno) e contiguità stimolante e creativa, sembrano le carte vincenti del metodo di lavoro della Pixar, per ottenere “il meglio” dai propri gruppi di lavoro

 Video sugli studios della Pixar

Il Link dei Pixar Studios

http://www.pixar.com/

La stessa concezione spaziale, è stata messa a punto dalla società aerospaziale Space X, che si appresta ad essere la società privata, che realizzerà la nuova navicella spaziale della NASA, tesa a sostituire lo Space Shuttle. Infatti per ridurre i costi, ed aumentare la capacità lavorativa e creativa dei propri dipendenti, ha anch’essa deciso di evitare la dispersione sul territorio dei vari gruppi di lavoro, per concentrarli in un’unica sede ad Hawthorne, California (Los Angeles), dove ha realizzato una sede unitaria, molto simile al “capannone” dove è iniziata l’avventura della Pixar. Anche qui, vicinanza “vis a vis”, sembra essere la nuova strategia lavorativa, per conseguire successo, creatività e riduzione dei costi, ma soprattutto qualità. Una specie di fidelizzazione “estrema” dei dipendenti, che molto spesso identificano lo spazio lavorativo, come casa propria (pur avendo una abitazione esterna), rimanendoci a volte anche a dormire, in improvvisati “futon” o tradizionali brande.

L’ufficio del futuro, quindi  sarà capace di accogliere le nostre sensazioni, personalizzabile individualmente, per essere vissuto in modo attivo dagli stessi lavoratori. Giocherà un ruolo fondamentale soprattutto la luce ed il colore, che  aiuteranno a “sentire” il benessere anche con tutti gli altri sensi. L’acustica sarà anch’essa molto importante, si dovrà controllare il rumore sia interno che esterno. inoltre bisognerà tener presente che al tatto sono, e saranno sempre più piacevoli, i materiali naturali, rispetto a quelli artificiali o freddi. Bersi un caffè con i colleghi, o mangiare qualcosa in uno spazio pausa ben progettato, ampio ed informale,  sarà  l’occasione per un incontro nel quale scambiarsi idee, suggerimenti e strategie, utili al lavoro ed alla sua qualità. Pareti mobili, finiture e altre suddivisioni dello spazio dovranno acquisire una nuova “prestanza fisica”,  grazie al design e all’uso di tecnologie innovative, capaci di eliminare la disagevole sensazione di precarietà a volte ancora diffusa e farci sentire più accolti, ed in sintonia con l’ambiente. In tal senso anche le relazioni con spazi esterni ben progettati e fruibili nelle varie stagioni, sarà, come avviene alla Pixar, un altro fattore determinante nella creazione di quell’assioma “ufficio, dolce casa”, in cui sembra essersi ormai lanciata la nuova frontiera dell’architettura terziaria americana.

Link dei laboratori Space X

http://www.spacex.com/company.php

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