Riva del Garda vista dal Ponale
Il Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera
Nel 1921, Maroni Giancarlo (Arco, 1893 – Riva del Garda, 1952), esimio architetto di Riva del Garda, conosce D’Annunzio Gabriele. Maroni era stato chiamato ad occuparsi dei lavori di sistemazione della Villa di Cargnacco (appartenuta allo storico dell’arte tedesco Henry Thode), un luogo ameno dominato da una ricca vegetazione di Ulivi, Cipressi e Oleandri, nelle immediate vicinanze di Gardone Riviera, che diverrà il sito, dove Gabriele D’Annunzio aveva deciso di trasferirsi a vivere. Inizia così una liaison intellettuale, con “il Poeta”, che tra alti e bassi, durerà per tutta la vita. Con il trascorrere degli anni, il ruolo di Giancarlo Maroni non si limiterà soltanto a quello di architetto del “Poeta”, ma, progressivamente acquisirà sempre più importanza, svolgendo anche i ruoli di segretario e di amministratore di D’Annunzio. In alcuni carteggio tra i due addirittura si legge : “Tu sei tra i pochissimi – scrive D’Annunzio – che sappiano amarmi”.
Si succedono così, nel corso del tempo, continue ed ininterrotte opere di trasformazione, di abbellimento e di ampliamento, di “modellazione paesaggistica”, della Villa di Cargnacco, che renderanno irriconoscibile il luogo originario. Si attua così, con la complicità dei due, una vera e propria opera di trasformazione paesaggistica che D’Annunzio dona nel 1923 alla Nazione, come “Vittoriale degli Italiani”. Si tratta, secondo me, non di un’opera esclusiva del “Sommo Poeta”, come i più descrivono, ma invece, in realtà, la maggior parte del merito spetta a Giancarlo Maroni.
Infatti l’architetto di Riva del Garda, ha di base una colta preparazione umanistica, e si forma professionalmente a Milano dove studia presso la Scuola Speciale di Architettura dell’Accademia di Belle Arti di Brera (tra i suoi insegnanti ci sono l’architetto Gaetano Moretti e il pittore Alcide Davide Campestrini), e lavora presso alcuni studi professionali. Dopo la scuola milanese, Maroni ritorna a Riva del Garda, divenendone insieme al fratello Ruggero, uno dei maggiori architetti. Infatti a partire dal 1919, inizia una costante produzione di edifici, dovuti alla necessità di ricostruire la città del Lago, pesantemente bombardata, durante la Prima Guerra Mondiale (1915-18): la Canonica Arcipretale (1919); la Casa Marzani-Parteli (1920) la ristrutturazione dell’Hotel Sole (1922-25); la centrale idroelettrica del Ponale (1926); la Spiaggia degli Olivi che fu inaugurata il 3 giugno 1934; lo Stadio Di Riva, il faro e la darsena. Anche quì a Riva, Maroni, costruirà, con i suoi progetti, una “struttura paesaggistica” in grado di restituire una nuova immagine della città. Una struttura altamente scenografica, di chiara impostazione decò, come era il Vittoriale, con una forte ridondanza e ripetitività degli elementi architettonici classici, ma che ancora oggi, quà e là, presenta spunti del nascente proto-razionalismo europeo. Morto D’Annunzio, Maroni, rimase al Vittoriale fino alla sua morte (divenendone nel 1937 il curatore), completandolo con alcuni edifici. Alla sua morte, nel 1952, fu sepolto nel Mausoleo del Vittoriale.
Quì sotto una mappa di Riva del Garda con gli edifici citati nell’articolo
Quì sotto alcune immagini degli edifici di G. Maroni a Riva del Garda
Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate
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