Un “Dream Team”: Rem Koolhaas e Hans Ulrich Obrist, due viaggiatori spazio temporali incalliti, due “visionari”, quali autori. A stì due aggiungete una Designer grafica “de paura” Irma Boom (un cognome un programma). Se poi ci mettete il tema, che però a sto punto è un pò come la ciliegina sulla torta : I Metabolisti (anni Sessanta), ecco a voi sfornato, per i tipi di Taschen, un librazzo, un volumone di sicuro successo (anche perchè ha un costo accettabile € 39,90).

Tra i ringraziamenti degli autori, anche l’onnipresente Stefano Boeri, che avendo un’età matura (è del 1956), ha potuto apprezzare i “deliri” di Kenzo Tange,  Fumihiko Maki, Kisho Kurokawa e soci, contestualizzati in quell’irripetibile periodo storico.

Che dire, un prodotto che mancava, affascinante, ricco di preveggenza e di possibili “porte” per il futuro  dell’architettura . Si fa il punto, parlandone con i sopravvissuti, del primo movimento di architettura non occidentale. Dopo la “tabula rasa” della Seconda Guerra Mondiale, culminata con le atomiche giapponesi, i Metabolisti hanno rappresentato lo stile l’architettura della ricostruzione (ovviamente filo-occidentale) e dopo l’Expo 70, tenutasi in Giappone, hanno conquistato il Mondo e soprattutto l’Oriente. Tantissime foto rare di progetti visionari, belle immagini e “ghiotte” interviste.

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