Duisburg Nord

In Italia, si contavano, sino ad alcuni decenni fa, circa 6,4 milioni di metri quadrati di aree industriali dimesse. La questione sul come intervenire in queste “aree della dismissione” ha attraversato diversi periodi, dagli anni Ottanta ad oggi. Dall’iniziale presa di coscienza, da parte delle istituzioni pubbliche della complessità del fenomeno economico, urbanistico, sociale, a quella intermedia degli anni Novanta, nella quale queste aree vengono considerate un’opportunità storica per intervenire su parti di città o su intere aree urbane degradate e congestionate attraverso progetti e programmi di recupero finalizzati. Spesso delle vere e proprie operazioni economico/immobiliari. Fino alla fase più recente, quella del terzo millennio, in cui vengono valutati gli interventi di recupero realizzati o quasi terminati, rendendosi conto che spesso (Bicocca a Milano, Lingotto a Torino, ecc.) gli interventi hanno rappresentato delle vere e proprie operazioni speculative, in cui le aspettative iniziali delle istituzioni pubbliche, hanno dovuto soccombere alla logica del “volume ad ogni costo” e dell’insediamento di funzioni spesso inutili. Quasi sempre la memoria produttiva di quei luoghi è andata definitivamente dissipata e distrutta, affidandosi a logiche immobiliaristiche che, sia per tempistica, che per funzioni (residenza, commercio, terziario), non hanno saputo rispondere ad un mercato sempre più “fluido” e ricco di aspettative sempre nuove, incapace di essere governato dalle categorie progettuali canoniche.

Ma in Europa e soprattutto in Germania, ma anche in Svizzera, la strategia per la riqualificazione di queste aree è molto diversa. Si punta di più su un mega-mix funzionale, con epicentro il verde e gli edifici “rugginosi” esistenti (un po “dirocchenti” e messi in sicurezza), teso ad indurre anche un’attrattività turistica e culturale. Le funzioni canoniche (residenza, terziario, commercio, ecc.), spesso servono semplicemente da corollario. Si guarda soprattutto alla tempistica: la riqualificazione di queste aree è “spalmata” in un arco di tempo molto lungo 40/50 anni, onde “decantare” gli interventi e l’insediamento di funzioni, condividendo il tutto con i Cittadini, con gli utenti. Ciò consente anche di attuare un quadro economico più sostenibile, in cui può facilmente inserirsi, quale parte attiva nelle scelte condivise, anche la pubblica amministrazione.

Quì sotto alcune immagini tratte dal sito ruhr-tourismus

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