41 progetti di architettura in mostra, 215 pezzi di design, 540 fotografie d’autore, 28 filmati in proiezione, tantissimi plastici, schizzi e disegni originali. Questa è la mostra “Porto poetic” che si tiene alla Triennale di Milano (http://www.triennale.it/en/), sotto l’egida dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Portoghese e la collaborazione del Canadian Centre for Architecture (CCA) e del Museum of Modern Art (MoMA). Il tutto dal 12 settembre al 27 ottobre 2013.
La bellissima mostra, narra le vicende architettoniche di Álvaro Siza e Eduardo Souto de Moura, e di tutta la Scuola di Oporto (come si scrive in italiano) negli ultimi decenni, dalla rivoluzione dei garofani (http://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_dei_garofani) all’oggi, dimostrando con i materiali, la forza dell’architettura pensata, poetica. Ma soprattutto l’eccezionalità comunicativa e la forza rivoluzionaria, del “disegno che si fa realtà spaziale”.
Scrive Alvaro Siza in “L’importanza di disegnare” (Skira, 1997) . “Il disegno è una forma di comunicazione con l’io e con gli altri. Per l’architetto, è anche, tra i tanti, uno strumento di lavoro, una forma di apprendere, comprendere, comunicare, trasformare: una forma di progetto. L’architetto potrà utilizzare altri strumenti; ma nessuno sostituirà il disegno senza qualche perdita, nemmeno il disegno sostituirà quello che appartiene agli altri. La ricerca dello spazio organizzato, l’approccio calcolato di quello che esiste e di quello che è desiderio, passano attraverso le intuizioni che il disegno introduce immediatamente nelle più logiche e partecipate costruzioni, alimentandole e alimentandosene. Tutti i gesti (anche il gesto di disegnare) sono carichi di storia, di incosciente memoria, di incalcolabile, anonima sapienza. E’ necessario non trascurare l’esercizio, perché i gesti non si contraggano, e con essi il resto.”
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