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IL MUSEO – Il lavori di realizzazione del progetto di ristrutturazione e rifunzionalizzazione del Museo Egizio di Torino (che è avvenuta senza chiudere completamente il museo), è opera del raggruppamento Isolarchitetti – http://www.isolarchitetti.it/ . Costo dell’intervento 50 milioni di euro. Conclusione lavori prevista nel 2013, inaugurato il 1 aprile 2015.

Il Museo egizio di Torino, è considerato, per il valore dei reperti, il più importante del mondo dopo quello del Cairo. Il museo è stato, nel 2013, l’ottavo tra i siti statali italiani più visitati, con 540.297 visitatori e un introito totale di 1.698.350,50 Euro.

Il progetto di ampliamento (raddoppiata la superficie) sembra coerente a creare un’amalgama con l’esistente ed a fare un’operazione di marketing culturale. La prima giornata di visita era completamente gratuita.

Il 6 ottobre 2004 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali conferì in uso per trent’anni i beni del Museo ad una apposita fondazione, la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, di cui fanno parte la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, la Città di Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT. Presidente Evelina Cristillin, Direttore del museo  Christian Greco (egittologo, e docente) è molto bello, e si integra perfettamente con il museo e l’edificio esistente. Il percorso di visita è chiaro e semplice, l’interattività accattivante e coinvolgente.

E’ qui evidente che la capacità manageriale (tecnica, economica, ecc.) di chi progetta e gestisce il museo è riuscita a fare un’opera mirabile che sicuramente incrementerà ulteriormente i visitatori e l’attrattività complessiva del museo, proiettandolo soprattutto sul panorama internazionale, ai più alti livelli.

Quì sotto il link ad alcune immagini del Museo Egizio di Torino

https://it.pinterest.com/dariosironi/museo-egizio-di-torino/

LA SCATOLA VUOTA – il Museo delle culture extra europee di Milano (MUDEC) – http://www.mudec.it/ita/ , ha avuto un percorso sofferto durato 15 anni a partire dagli anni Novanta ed una spesa si oltre 60 milioni di euro. Il progetto è dell’architetto inglese David Chipperfield – http://www.davidchipperfield.co.uk/ , che vinse il concorso internazionale allora appositamente predisposto.

Intanto, c’è un dato che è incontestabile: il chiacchierato pavimento del nuovo polo espositivo è tutt’altro che perfetto. Macchie, scheggiature, sovrapposizioni e difetti cromatici sono evidenti. Come sono evidenti le sbrodolature sulle boiserie lignee degli acidi utilizzati per cercare di “pulire” le pavimentazioni. Tali “difetti” inaccettabili per un’opera di tale portata hanno allontanato il progettista dalla committenza, tanto che Chipperfield non era presente all’inaugurazione avvenuta in tutta fretta il 27 marzo 2015.

Due le mostre inaugurate “Africa. La terra degli spiriti” e “Mondi a Milano”. La prima è una mostra monumentale e “pallosa” dedicata all’arte africana, dal Medioevo a oggi, con oltre 200 pezzi esposti. La seconda racconta al pubblico come la città abbia accolto e divulgato al grande le diverse culture non europee nel corso dei suoi più importanti eventi espositivi: dalle mostre di arti industriali nella seconda metà dell’Ottocento, concepite alla stregua delle Esposizioni Universali, fino alla loro riformulazione nelle Biennali e Triennali degli anni Venti e Trenta del Novecento.

Il percorso museale, ancora mancante dei reperti permanenti, studiato appositamente per la coincidenza con Expo 2015, appare fragile ed incongruente. Sicuramente costoso per il 15 euro del biglietto d’ingresso.

Per chi ha visto altri musei delle culture extra europee, come ad esempio il “Musee quai Brandly” a Parigi di Jean Nouvel  http://www.quaibranly.fr/ ; o il “Museum der Kulturen” a Basilea di Herzog & De Meuron – http://www.mkb.ch/de/programm.html , forse l’ex Ansaldo non era per localizzazione, il luogo più adatto ad una tale tipo di museo. Probabilmente una gestione più manageriale della cultura milanese avrebbe sensatamente qui localizzato un museo “importante” del Design (Il Fuorisalone nella “Milan Design Week” ha qui in via Savona una delle sue location principali) che tanto manca a Milano, certamente non appagata dal piano nobile della Triennale disegnato da De Lucchi – http://www.triennale.org/it/triennale-design-museum .

Certo oggi il MUDEC milanese appare come un’enorme vaso Savoy di “Aaltiana memoria”, molto simile una scatola vuota………Vuota soprattutto di idee.

Quì sotto il link ad alcune immagini del Museo delle Culture di Milano

https://it.pinterest.com/dariosironi/museo-delle-culture-extra-europee-mudec-di-milano/

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