Oggi, 12 giugno 2011, alle 15,00, come mi capita spesso la domenica, mi sono recato a Cusano Milanino, a casa di mio fratello, dove assieme gestiamo, da un qualche anno, un orticello minimo a chilometri zero. Qualche pomodoro, due zucchine, due melanzane, tre peperoni, un po’ d’insalata . La tecnica d’impianto, visto il pochissimo terreno a disposizione, è quella degli “orti urbani” tanto diffusa negli U.S.A.. Mentre mi accingevo alla solita manutenzione dell’orticello, togliendo qualche erbaccia e soprattutto legando le pianticelle ai loro tutori, un piccolo gruppo di giovani ragazzi (18, massimo 20 anni, tre femmine e due maschi), si è seduto sul muretto della cancellata, che divide il terreno di mio fratello dalla strada, proprio sotto un grande abete di oltre mezzo secolo. Inizialmente incuriositi da quello che stavo facendo, si sono messi a discutere con me, sull’utilità del mio lavoro, cosa che ha creato due schieramenti, uno a favore l’altro contrario al mio “perdere il tempo così”. Poi, dopo circa mezz’ora, è arrivato un loro amico in auto e si sono messi a discutere animatamente tra loro, ignorandomi. Ho ripreso a fare il mio lavoro a circa due metri da loro. Il discutere del gruppo, si è velocemente orientato verso le votazioni sui quesiti referendari, visto che l’amico appena arrivato era andato da poco a votare. Costui, forse il più politicizzato, ha interrogato ognuno dei presenti, chiedendo se avevano votato. Tutti hanno risposto di sì, solo uno ha detto che ci sarebbe andato in serata, con i genitori. Poi costui, ha rimbrottato ognuno, chiedendo se conoscevano i referendum: tutti, uno dopo l’altro, hanno risposto che si votava per il nucleare e per l’acqua. Tutti hanno votato, perché fra i giovani, soprattutto in rete e nei social network, era passato il messaggio che si trattava di quesiti inerenti il loro futuro e la tutela dell’ambiente e che votare era fondamentale. Tutti avevano votato sì al terzo quesito (scheda grigia), quello sul nucleare. Animatamente, a volte a voce alta, si sono sfottuti l’uno con l’altro, su quello che avevano votato, visto che dal colore della scheda, sembrava che non sapevano a cosa avevano votato sì o no e soprattutto nessuno conosceva nel dettaglio i quesiti ed il criterio abrogativo dei referendum. Solo uno ha affermato che lui ha votato tutti sì su indicazione dei genitori. Ho come la sensazione che a questi referendum si raggiungerà il quorum del 50% più uno, visto che i giovani, per una volta, hanno votato in massa, cosa che forse farà nascere una nuova coscienza politica democratica tra loro.

Il buon ortista è un individuo dotato di capacità di ascolto (delle piante e del terreno) e molta, molta pazienza, nonché fiducia nel futuro e coltiva soprattutto l’arte dell’aspettare!

Voglio essere speranzoso ed ottimista, per una volta, l’appetito in democrazia, viene partecipando……….chissà cosa ne verrà fuori.

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