Lego Architecture è un sotto-marchio della gamma di prodotti del giocattolo di costruzioni Lego di origine olandese, che mira a “santificare” il passato, presente e futuro dell’architettura attraverso il mitico ed intramontabile mattoncino Lego. Il marchio, lanciato nel 2010, comprende una serie di Lego ideati ah hoc da Adam Reed Tucker (architetto/artista), e contengono ciascuno i pezzi e le istruzioni per costruire un modello di un famoso edificio architettonico in micro-scala. Si va da qualche decina di pezzi alle centinaia, da 60/80 dollari a 100/200 dollari. Ora, visto il successo, si può anche votare in rete le prossime “uscite”
Adam Reed Tucker, l’architetto di questa “nuova frontiera del giocattolo”, si è laureato in Architettura alla Kansas State University nel 1996. Mentre studiava, ha cercato un metodo per unire le sue due passioni di arte e architettura, fu allora che ebbe l’idea geniale di utilizzare i mattoncini della Lego. In poco tempo, ha fondato Brickstructures, Inc., ed ha incominciato a progettare e costruire modelli di monumenti ed edifici famosi. Il suo lavoro fu notato ed apprezzato dal Gruppo Lego, e insieme hanno formato una partnership per lanciare alcuni dei suoi modelli con il marchio Lego Architecture.
E’ così che la casa Fansworth di Mies, la casa Robie di Wright, ecc. diventano dei giocattoli in mattoncini, dei piccoli “cavalli di Troia”, che però diffondono la cultura architettonica, il piacere per delle forme belle, moderne, attuali, insomma la “passione” per la vera salvaguardia del paesaggio.
E’ un’idea trasversale, interessa ai più piccoli, ma anche ai genitori, molti diventano collezionisti. Stà nascendo una vera e propria mania, che rilancerà ulteriormente il prestigioso marchio, a livello mondiale.
Ora la nuova frontiera della Lego è costruire, con i mattoncini oggetti sempre più sofisticati e complessi, nei filmati qui sotto, ne trovate alcuni. Ovviamente i costi lievitano, ma si stanno formando anche dei veri e propri gruppi di ricerca in merito. Presto vedremo un robot, rigorosamente di mattoncini, che si muove con il telecomando.
Il mio amico Frank (sapiente suggeritore di questo articolo), che è un duro boscaiolo canadese, ma che fa l’architetto a Milano, stà letteralmente impazzendo per questa nuova forma di uso dei mattoncini, ed anch’io in merito non stò molto bene…….Architettura, che passione!
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7 marzo 2012 at 20:10
fantastico!!!!