La sostenibilità di una città, di un paesaggio, di una nazione, è un lento e costante “costruire” una prospettiva futura a partire da quello che abbiamo: scempio paesaggistico, cementificazione del territorio, traffico caotico, inceneritori, inquinamento, ecc.. Non abbiamo bisogno di slogan inutili e non credibili : blocco dei permessi per costruire, tassa per chi entra nei confini comunali con l’auto, ecc.. Bisogna elaborare progetti e programmi concreti, credibili e realizzabili, che “inoculino” nella gente, mediante un processo “didattico” anche di crescita culturale, la possibilità di un cambiamento effettivo, di cui loro stessi devono essere partecipi e parte attiva. Bisogna decrescere, cambiare questa società competitiva e sprecona, questa politica dissennata di consumo di suolo, ma se questa è la strada, bisognerà farlo lentamente ed in armonia. Noi certamente non lo vedremo il risultato, sarà un “dono” per le generazioni future. Inevitabilmente si dovrà passare da modelli non perfetti in assoluto, ma che “costruiscono lentamente una tendenza” verso questo obbiettivo di sostenibiltà che tutti agognamo. Questo è il futuro credibile, l’unico possibile, che deve darsi chi pensa di “costruire il futuro”!
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3 aprile 2012 at 08:28
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