Alcune sere fa, ero comodamente stravaccato sulla poltrona “Ardea” di Carlo Mollino (produzione Zanotta), che con molti sacrifici, io e mia moglie (anch’essa architetto) ci siamo acquistati venti anni fa, quando ci siamo sposati. Il mio soggiorno, come tutta la casa, è caratterizzato da una moltitudine di libri, oltre cinquemila, che nel corso del tempo, hanno costituito una biblioteca, che di fatto circonda le pareti di quasi tutti i locali, coibentandoli. Un vero e proprio ricettacolo di cultura, e di polvere, che solo grazie alla genialità dello “Swiffer Dusters 360°” riesce ad essere precariamente bonificato settimanalmente. Mentre elucubravo, cose folli, tra la veglia ed il dormiveglia, i miei “stanchi” neuroni si sono focalizzati su quella “massa cartacea”, e fantasticando mi sono posto questo inesistente problema.
Se improvvisamente, dovesse esserci, che so, un terremoto, un incendio, un gigantesco Tsunami (?), dovendo scegliere alcuni libri, prima di fuggire, tra i volumi di questa biblioteca, a me tutti cari, e che costituiscono “pezzi” della mia memoria e della mia storia personale, quali salverei dal disastro, dalla “ruina”?
Ecco che allora, vi sottopongo, questa mia scelta essenziale, fatta per un architetto, che in preda al terrore, deve scegliere, scappando da un appartamento posto al quinto piano (senza ascensore), alcuni strumenti essenziali (non molto pesanti) per la propria sopravvivenza “culturale”. Sono dieci volumi, che stanno comodamente in una ventiquattro ore, del peso circa di due chili.
Un libro, quello di Calvino, che potrebbe essere utilissimo per ricostruire qualunque cosa : un edificio, una città, una società, una vita.
Un libro per apprezzare le “rovine” ed il senso del tempo ad esse intimamente correlato. E dopo una catastrofe, qualunque essa sia sarà uno strumento indispensabile.
Una raccolta di scritti del grande pensatore italiano, che spaziano sul significato del progetto, nell’architettura, nell’arte, nell’urbanistica, nella società.
Dopo una catastrofe, bisognerà, pensare ad un “mondo nuovo”, partire dal libello di Friedman, significherà risparmiare molto tempo per realizzare una maggiore compatibilità tra uomo e natura.
Una miniera, in cui “scavare” quando si è disperati, per assicurarsi pezzetti di certezza, di cui LC era portatore sano.
Un libro che è un vero e proprio “elogio della lentezza”, per una progettazione consapevole ed a misura d’uomo.
E’ esattamente l’opposto del libro di Zumthor, sopra descritto. Giusto, giusto, per ritornare a cullare il sogno di quella modernità che una catastrofe (e la crisi di oggi) sembra negare.
Un libro di “politica”, su come si deve vivere con gli altri. Una lezione di sopravvivenza, da un uomo centenario, che attendeva con serenità la morte.
Andare alla velocità del suono, alla velocità della luce, e continuare a progettare, a vivere, con la giusta filosofia.
Come sarà il nuovo paesaggio dopo la catastrofe ? Quì le istruzioni per farne l’epicentro della società umana.
E’ questa una lista, assolutamente personale, che ho operato in soli 35 secondi (visto che il disastro qualunque esso sia non dà tempo ai ragionamenti), probabilmente non condivisibile da molti. Comunque, l’esperimento, oltre a darmi una “botta di vita”, mi ha consentito di stabilire, che in maniera assolutamente inconscia, già avevo concentrato negli anni, in una zona precisa della biblioteca, i libri a me più cari. Libri che di fatto ad oggi riempiono un solo scaffale, lungo circa 90 centimetri.
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