Sede Ercole Marelli, a Sesto San Giovanni, edificato nei primi anni del 900′

Nei primi del Novecento, era un edificio innovativo e moderno dal punto di vista architettonico. Un luogo del lavoro luminoso e funzionale, costruito con quel “beton” che stava diventando il futuro dell’architettura.

Rappresentava con le sue fatture, la porta di accesso a Sesto San Giovanni, che stava diventando “la città delle fabbriche e delle acciaierie”.

Passato di proprietà, l’edificio, nei primi anni Novanta, sempre del Novecento, un architetto locale ne fece una rivisitazione completa, con una “pelle” postmodernista, che ancora oggi ne connota “brutalmente” l’architettura e l’intorno. Bisognava dare un senso di contemporaneità alla nuova destinazione, che passava definitivamente “ad uffici”, diventando sede della IMPREGILO (fusione tra le  imprese edili : Girola, Lodigiani, Impresit e Cogefar).

Rivisitazione dell’edificio negli anni Novanta del 900′

Oggi, dopo trent’anni, si pensa di riqualificare l’immobile, abbandonato da più anni, e l’intorno, facendolo diventare il “simbolo” del nuovo centro direzionale sestese. Una “folle ridda di materiali e luci”, degrada ulteriormente l’architettura di quello che fu un bell’edificio produttivo/terziario. Il tutto avviene nel nome di un atteggiamento modaiolo e vacuo, teso a creare “effetti speciali”, sempre più spettacolari, di “cose già viste”, più che vera architettura, destinata a resistere al tempo

Due immagini virtuali della proposta odierna 2020.

Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate.