
Juan Martin Piaggio, Labirinto, 2012
Juan Martin Piaggio era un persona deliziosa, oltre che un architetto colto e docente valente. Era anche un eccelso chef che ho potuto apprezzare tanto tempo fa, a casa sua sui Navigli milanesi.
Era un architetto itinerante, infaticabile, mai fermo, alla ricerca di sé stesso e di quel lavoro, che spesso gli è stato negato, come racconta lui stesso in questa intervista –
L’ultima volta che l’ho incontrato è stato, qualche anno fa, alla libreria Hoepli a Milano; ambedue alla ricerca di libri. Mi ha descritto la difficoltà di trovare testi validi di architettura in Colombia. Era a Milano a cercare contatti tra il Politecnico e l’Universidad de Boyaca dove lavorava.
Qualche settimana fa, in Colombia (laddove insegnava – https://www.linkedin.com/in/juan-mart%C3%ADn-piaggio-866627a/) mentre caricava sull’auto alcuni cartoni, per l’ennesimo trasloco, questa volta verso la Toscana, è stato colto da un infarto che lo ha ucciso all’istante.
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