La Giunta Pisapia ha approvato (il 23 gennaio 2012), il Documento di indirizzo e revisione del Piano di Governo del Territorio (PGT) modificato sulla base delle osservazioni. Il concetto che è giustamente prevalso è quello del “non si butta via niente tutto si ricicla”, la base è quella del Pgt della Giunta Moratti, con profonde modifiche. Ora la “palla” passa al Consiglio comunale. Ha dichiarato Lucia De Cesaris, assessore all’urbanistica. “Questo Piano nasce dall’ascolto della città (da parte di una Consulta di tecnici del comune e 10 esperti): abbiamo definito il disegno urbanistico della Milano dei prossimi anni a partire dalla considerazione delle 4.765 osservazioni presentate da cittadini, associazioni, operatori, enti”. Le osservazioni dei Cittadini, sono servite per costruire delle considerazioni atte indirizzare le modifiche al Piano, circa il 40% di esse. E poi riunite in blocchi da sottoporre all’analisi del Consiglio Comunale, probabilmente a partire dal 20 febbraio, dopo un passaggio in Commissione Urbanistica. Tutto l’iter del Pgt deve essere concluso entro il 31 dicembre 2012, in caso contrario bisognerà ripartire daccapo con un nuovo progetto. Nasce però qui la prima contraddizione, le osservazioni andrebbero discusse in aula consiliare, una per una, in modo da costruire un vero dibattito democratico, invece, sono state raggruppate (seppur in più gruppi, otto), come fece la Moratti.
Sostanzialmente queste sono le principali modifiche :
- la città come bene comune da tutelare e da difendere;
- eliminazione del concetto di “perequazione” che assegnava volumetrie a tutto il territorio comunale, parchi compresi
- 20.000 alloggi di edilizia sociale;
- riduzione delle possibilità di edificazione, indici edificatori da 0,50 a 0,35 (massimo 1,00 mc/mq, raggiungibili con premialità volumetriche per housing sociale);
- maggiore tutela per le aree verdi;
- maggiore efficienza energetica degli edifici di nuova costruzione. Si vuole però anche promuovere la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, a partire da una maggiore efficienza energetica;
- le cascine Campazzo e Basmetto inserite nel patrimonio storico-rurale;
- introduzione di meccanismi urbanistici e di regolamento atti alla riduzione del traffico su quattro ruote;
- rilancio della mobilità ciclabile;
- potenziamento e rafforzamento della rete del trasporto pubblico. Si farà la Circle Line sul binari del rilevato ferroviario;
- aumento dei servizi accreditati e convenzionati;
- cassata qualunque possibilità di costruire nel Parco Agricolo Sud Milano;
- si prevede per il 2030 un aumento di residenti pari a 155.286 unità (anziché delle 500.000 del Pgt Moratti);
- con il Pgt Pisapia si prevede una superficie costruibile di 2.534.000 metri quadrati (anziché dei 5.747.000 del Pgt Moratti);
- cancellato definitivamente il tunnel automobilistico Expo – Linate;
- si punta a concentrare gli interventi di nuova edificazione sugli scali ferroviari dismessi ed in vicinanza di metropolitane e stazioni ferroviarie;
- Passano da 26 a 21 gli Atu (Ambiti di Trasformazione Urbana).
Mi preme innanzitutto sottolineare l’affermazione di “città come bene comune”, essendo questa una dichiarazione d’intenti più politica e culturale, che urbanistica. Si tratta di una specie di “motto/auspicio” finalizzato a riformare il governo della città e rilanciarne lo sviluppo civile, economico, sociale e ambientale. Il lavoro di revisione (in quanto il “corpo” è ancora quello della Giunta Moratti, onde evitare di buttare via un lavoro di anni, molto costoso), compiuto sul Pgt si ispira a questa “mission impossible”, e tenendo conto della difficile situazione economica, cerca di avviare una sistemazione delle “numerose ferite” che da tempo segnano il tessuto urbano e sociale cittadino. Inoltre da il là ad una risposta, vedremo quanto concreta, ai referendum locali di giugno 2011. Alla luce di questo motto ambizioso, la trasformazione e lo sviluppo urbano sono espressione di una concezione “centralista” (e quindi molto di sinistra). Anche se subito ci si affanna a precisare che trattasi di concezione : “non ideologica, ma realistica e perciò sobria, ispirata unicamente al conseguimento dell’interesse generale della comunità. Una regia capace di generare e di condividere una visione moderna e aperta della città, e nel contempo di confrontarsi con i mutamenti già in corso e con le istanze più urgenti, sia di piccola che di grande scala.”
Il Piano della Giunta Pisapia, riduce notevolmente la potenzialità edificatoria, di circa il 60%, attenuando anche la densità urbana, attraverso l’introduzione di un indice massimo di utilizzazione territoriale. Tutto ciò , si dichiara “fatta salva la conservazione delle Slp (superficie lorda di pavimento) esistenti e attraverso una migliore regolamentazione del cambio di destinazioni d’uso da produttivo ad abitativo”. Ovviamente non si entra nel merito di come si calcola la Slp, che stando all’Attuale Regolamento edilizio (R.E. Art. 10), è di una premialità, secondo me assurda. Regolamento edilizio che andrebbe di conseguenza profondamente riformato. Sembra interessante, anche se troppo debole, l’affermazione per cui il Pgt della Giunta Pisapia, possa interagire anche sulle trasformazioni a scala dell’Area Metropolitana: “un progetto territoriale capace di declinare il tema della densificazione e dei limiti dello sviluppo, delle grandi attrezzature e dei servizi territoriali, della rete ecologica e dei sistemi della mobilità. Un progetto alternativo teso a contrastare una generica e solo quantitativa tendenza accentratrice del capoluogo milanese.” Bisognerebbe qui, “twittare” di comune accordo almeno con i comuni esterni di prima fascia, magari “ascoltando” e “coordinando” di più con loro la strutturazione del Piano, cosa che non è assolutamente avvenuta. Di fatto, pur applicando la Legge Regionale 12/2005, che obbliga tutti i comuni di Lombardia a dotarsi dello strumento urbanistico del Piano di Governo del Territorio, i tecnici della Consulta, che ha indirizzato le modifiche sostanziali al Pgt Moratti, fanno un bel “indietro tutta” e ritornano verso una strutturazione di piano, tipica dei Prg (Piano Regolatore Generale), anzi ne fanno un ibrido. In tal senso il Pgt andrebbe ripubblicato, con una nuova fase di osservazioni.
Sarà quello che sarà, ma certamente ci sarà nel futuro urbanistico di Milano, meno cemento. Forse si è persa un’occasione, in fin dei conti i Piani di Governo del Territorio, o strumenti similari, da decenni caratterizzano la politica urbanistica di molte città europee, creando degli strumenti flessibili, facilmente modificabili, con cui dialogare con i privati. Spesso per fare business con i privati da parte della Pubblica Amministrazione. Strumenti in cui i Cittadini siano agevolati nella loro interazione con la pubblica Amministrazione, nel campo dell’edilizia e dell’urbanistica. Certo, là (in Europa) l’Amministrazione Pubblica, ha al suo interno le competenze e la creatività in grado di generare un dialogo paritetico con gli operatori, e soprattutto con i loro progettisti, presenti sul territorio. Mi sa che dovremo ancora spettare parecchio per vedere realizzarsi progetti quali Hammarby Sjostad a Stoccolma, o i quartieri di Freiburg am Brisgau in Germania, dove è il pubblico a fare partnership con il privato, dove le infrastrutture ed i mezzi di trasporto, nonchè le aree verdi, sono realizzate prima degli edifici. Forse, vista la grave situazione sanitaria legata all’inquinamento in tutta l’Area Metropolitiana milanese, per il Pgt di Milano (sono ad oggi 25 i giorni che dall’inizio dell’anno si sono superati le soglie massime per le micropolveri sottili PM10 e PM 2,5), ci voleva più coraggio, soprattutto per dare un segnale chiaro e forte ai Cittadini. Ci voleva un Pgt a “volume zero” per dire a tutti che ormai non c’è più tempo per intervenire, un Pgt strutturato in maniera da censire gli alloggi sfitti e le “vere esigenze della città”. Un Pgt che promuovesse esclusivamente il costruito sulle aree dismesse, il recupero degli edifici esistenti. Non aumentare, anche in 20 anni, i residenti di oltre 150.000 unità, il che vorrà dire ulteriori traffici ed inquinamento ! Ma purtroppo, Pisapia è latore di una “politica gentile”, così gentile, che avremo una Expo 2015 di “cemento”, un inno ai Fast Food, e quindi è naturale che Pisapia proponga ai Cittadini un Pgt di compromesso : fermiamo un pò il cemento, riduciamo un pò la mobilità inquinante (se ci riusciamo), con qualche area verde in più, ma voi Cittadini turatevi narici e bocca, respirate meno, e godetevi qualche giornata in più di micropolveri sottili ogni anno.
Quì, come al solito siamo all’Anno Zero, e piuttosto che rischiare e cercare di “costruire” qualcosa di diverso, si crea un “ibrido”, un “mostriciattolo”, speriamo inoffensivo e magnanimo, e meno “mortale” di quanto sembra, soprattutto per la qualità dell’aria.
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