Sopra immagini del Teatro Carlo Felice di Genova
La luce a Genova è un elemento predominate del paesaggio. L’esposizione est/ovest, della città, schienata a nord dalle montagne, ed a sud contornata dal Mare Mediterraneo, fa si che l’architettura, e la città stessa, “vibrino” alle sollecitazioni luminose. Il cielo mutevole, completa la “magia luminosa” di questa città, particolarmente evidente all’ora del tramonto.
In una giornata di autunno inoltrato, Il teatro Carlo Felice risplende alla luce solare pomeridiana. Il teatro è il frutto di una serie di stratificazioni architettoniche, ed espressione della volontà “ferrea” di Genova di rimanere all’interno del ristretto numero delle città europee della cultura. Il progetto dell’ultimo “strato” del Carlo Felice, quello che vediamo oggi, è opera di Aldo Rossi Ignazio Gardella, ed anche di Fabio Reinhart e Angelo Sibilla.
La prima pietra fu posta il 7 aprile 1987, e dopo quattro anni di intensi lavori, il Carlo Felice è stato ufficialmente consegnato al Teatro Comunale dell’Opera e nel 1992, in occasione delle Colombiadi, fu riaperto al pubblico. Il primo progetto, del Carlo Felice (il primo strato), fu del 31 gennaio 1825 ad opera di Carlo Barabino. Il progetto fu approvato il 31 dicembre dello stesso anno, ed i lavori procedettero rapidamente. Il teatro fu inaugurato il 7 aprile 1828. Diversi furono gli “strati” successivi, i restauri e gli ammodernamenti, che il teatro subì a partire dal 1859 fino al 1934, anno dell’ultimo intervento. Bombardato una prima volta nel novembre 1942, il teatro fu ristrutturato in “fretta e furia” per consentire la ripresa delle attività. Il 26 marzo 1943 fu inaugurato. L’8 agosto 1943, l’edificio del Barabino venne di nuovo colpito da spezzoni incendiari che distrussero completamente l’intera struttura lignea. Nel dopoguerra, si cominciò a parlare di una sua ricostruzione. Un primo progetto fu presentato nel 1951 ma venne poi abbandonato per mancanza di fondi. Un progetto, magistrale fu quello di Carlo Scarpa, approvato nel 1977, ma la morte improvvisa dell’architetto fece decadere il tutto.
http://www.carlofelicegenova.it/
La luce è il dato principale, che fa cogliere agli umani, il senso del trascorrere del tempo, della nostra ineluttabile caducità, per altro comune a tutte le cose di questa parte di universo. La luce che c’è a Genova al tramonto, altamente scenografica e teatrale, ci parla di questo, e di una città, che trova nelle sue architetture, a strati, quasi fossero una sopra all’altra, in lotta con le montagne retrostanti, il tentativo di fissare, in un’architettonica commedia, il trascorrere del tempo.
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