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Appello di Eddyburg in merito alla Legge Regione Lombardia 12/2005

http://www.eddyburg.it/2013/01/urbanistica-e-territorio-una-priorita.html

Che dire……..tutto condivisibile, anche se io non “demonizzerei” più di tanto, la Legge 12/2005. E’ come viene applicata che è demenziale. Le Amministrazioni lombarde, non sono in grado di fare vera partnership con il privato (non avendone la cultura), nè di essere veramente propositive dal punto di vista progettuale (anche quì non avendone la cultura). Quasi tutte perseguono, fini esclusivamente economici nella trattazione del territorio.

D’altro canto vivere in Lombardia, dove oggi vivono, su soli 23.860,62 chilometri quadrati (di cui il 40,5% montuoso), oltre 10 milioni di persone, dove come si legge su Wikipedia : “La Lombardia è la prima regione d’Italia per importanza economica, contribuendo a circa un quarto (24,1% nel 2006) del prodotto interno lordo nazionale; inoltre ospita molte delle maggiori attività industriali, commerciali e finanziarie del Paese, e il suo reddito pro capite supera del 35 per cento la media europea. Insieme a Baden-Württemberg, Catalogna e Rhône-Alpes è uno dei quattro motori dell’Europa, e costituisce una forza economica trainante per il resto dell’Unione europea.”, significa inevitabilmente, oggi, con questi numeri INEVITABILMENTE continuare a crescere, per evitare che un MOTORE che sostiene questa idea di sviluppo, si interrompa.

Sarebbe un grave danno per tutti, Italia e Europa compresa, fermare o rallentare il “motore lombardo”. Probabilmente anzichè, BANALMENTE, prendersela con un legge (sicuramente mal fatta) ma soprattutto applicata malissimo ed in maniera “deviante” come solo noi italiani sappiamo fare, bisognerebbe prendersela con chi sostiene questo tipo di sviluppo (mafia compresa). Bisognerebbe anche proporre un nuovo modello economico, sostenibile con queste forze in campo.

Chi ha scritto l’appello di Eddyburg (e molti di quelli che sottoscrivono), si continuano a muovere con le categorie disciplinari classiche afferenti all’urbanistica, che vuol dire : “Una disciplina che studia il territorio urbanizzato ed il suo sviluppo. Essa ha come scopo la progettazione dello spazio urbanizzato e la pianificazione organica delle sue modificazioni su tutto il territorio, compreso quello scarsamente urbanizzato. Estensivamente l’urbanistica comprende anche tutti gli aspetti gestionali, di tutela, programmativi e normativi dell’assetto territoriale ed in particolare delle infrastrutture e dell’attività edificatoria” . Un termine “urbanistica” che proprio nello sviluppo economico, infinito, trova il suo stesso motivo di esistere. Forse ci vuole qualcosa di diverso, in grado di interpretare anche con lungimiranza questo sviluppo, che oggi deve  sicuramente fare i conti con la grave crisi economica dell’Europa.

Forse, sarebbe stato meglio fare un appello alla decrescita economica controllata (quindi lenta, lentissima, ma  progressiva, e soprattutto protratta nel tempo), del territorio lombardo, alla sua progressiva de-costruzione (abbattendo e rinaturalizzando), alla riduzione e de-localizzazione (lenta e progressiva) delle persone e delle industrie che qui ora insistono. Soprattutto si sarebbero dovute dare delle indicazioni in merito all’orientamento della politica economica lombarda verso modelli più sostenibili, per il territorio/paesaggio (ma non solo, anche per l’aria e l’acqua), da cui dipende intimamente questo modello di sviluppo. Perché se non si fa questo, una legge vale l’altra. Tanto poi sarà il mercato a fare o meno la differenza, infatti ad una fase di sviluppo della “cementificazione”, segue una fase di “inviluppo”, dovuta alla crisi economica mondiale. Ed ecco subito tutti a chiedere nuove leggi o rimozione di quelle esistenti. Il cementificatorio PGT della Giunta Pisapia (meno cementificatorio di quello della Giunta Moratti), non sarà mai realizzato nei prossimi decenni, per colpa della crisi economica, che per forza imporrà un nuovo modello di sviluppo.

Comunque tutti ci si muove in un’unica direzione, la pianificazione “fagocitatoria” sistematica del suolo e quindi il suo consumo inevitabile, finchè permarrà questo modello economico, con questi numeri in campo. Ed anche se si decidesse per una strada diversa ci vorranno parecchi decenni per vedere i risultati applicati sul territorio.

Bisogna quindi constatare che, purtroppo l’urbanistica in Italia, quella intelligente, al passo con l’evoluzione dei tempi e del concetto stesso di paesaggio, è ormai una “lingua morta”, che forse non necessita nemmeno più di essere resuscitata. L’urbanistica è forse giusto che stia, oggi in Italia,  esattamente come in un tomba, austera e bella. Ci vuole altro, bisogna superare il concetto economico di “gestione del territorio”, per passare a quello di progettazione  della “bellezza del paesaggio”, più che pensare a legiferare, gestire, e regolare.

Un ultimo inciso, riguarda i firmatari, di tale appello. infatti tra loro figurano molti professionisti dell’urbanistica e dell’architettura, e soprattutto docenti, che sostenendo fino all’altro ieri la vecchia cultura urbanistica (alcuni insegnandola) ed avvallando molti dei vecchi PRG,  in un arco di tempo di oltre 40 anni, ci hanno di fatto portato a questa situazione, forse in una maniera molto, ma molto più demenziale, anche dal punto di vista legislativo.

Tra tutti mi preme ricordare, un colorito (dal modo di vestire) uomo della “sinistra” che nel nord milanese è stato autore di diversi PRG cementificatori . E poi che dire di un noto ecologista, sostenitore accanito di un famoso Presidente Provinciale, poi candidatosi in Regione, ed avanti così………

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Aldo Rossi – Cappella Molteni a Giussano (Mb) in via Rimembranze

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