Il Ristorante svizzero “Vignetta”, collocato in un edificio, proprio al centro del Campus dell’Accademia di Mendrisio, costituisce, non solo dal punto di vista geografico, ma anche visivo, un riferimento per studenti e professori.
Il gestore, un signore anziano di origine portoghese (Jorge), ne ha fatto, nel bene e nel male, un luogo quasi “astratto e surreale”, un po fetido, in cui, entrando, si viene avvolti dal profumo fetido del tempo, che ha il sapore “mischiato” del tabacco, del sudore delle persone e degli aromi della cucina, di cui i muri sono irrimediabilmente impregnati. La televisione, sempre accesa sul campionato di calcio portoghese e sullo sport, gli arredi vetusti, la bellissima pergola con bocciofila e ping-pong del giardino retrostante, completano la disamina estetica del luogo, come magicamente sospeso in un universo parallelo a-temporale.
Alla fine del mese di Marzo 2014, le porte del Vignetta si chiuderanno per sempre portando con sé i ricordi e le tante occasioni mancate. Probabilmente con un minimo di sforzo tale attività sarebbe certamente divenuta remunerativa e vantaggiosa, Di certo i muri di questa istituzione, come già detto, sono impregnati, non solo in senso metaforico, delle numerose visite, delle lunghe soste degli astanti, soprattutto studenti e docenti.
Il mito del “Ristorante Vignetta” lo si deve soprattutto al “Santone di Coira” Peter Zumthor, che era solito, quando insegnava all’Accademia, insistere in questi luoghi, per alimentarsi e discutere con i suoi assistenti e studenti. Alcune delle sue pubblicazioni inerenti l’attività didattica, terminano proprio con una foto del “Ristorante Vignetta”.
Questo luogo rappresenta, per l’Accademia di Mendrisio, un momento fatto di fantastici incontri ed attimi di gioia pervasi dall’odore “inteso” di queste murature, a volte insostenibile. Odore difficilmente rimovibile dai vestiti, e che continuerà ad aleggiare nei ricordi olfattivi di molti estimatori. La sua demolizione, sarà comunque un atto sanitario importante.
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