Giuseppe Caglioti, nel libro – Simmetrie infrante –(Clup 1983), mette in evidenza la necessità di recuperare nel pensiero contemporaneo la scissione tra pensiero scientifico e pensiero umanistico . Caglioti mette in evidenza le relazioni ambigue tra alcune strutture della fisica e della matematica, con il linguaggio artistico (pittura, architettura, ecc.). Scrive Caglioti : “il rapporto fra l’uomo e le strutture naturali è dominato dal pensiero”, ed oggi è possibile, grazie alla scienza, individuare un potere unificante tra loro, riscontrabile nel rapporto tra disordine casuale e ordine strutturale. Esiste quindi un nesso logico tra la simmetria e la rottura di simmetria tra entropia ed informazione, si tratta spesso di seducenti relazioni “pericolose”, rilevabili sia nel mondo naturale che in quello culturale, che sono alla base probabilmente di un senso globale della vita su questo pianeta ed in tutto l’universo.
Ecco quindi, che alcuni bellissimi quadri dell’olandese Maurits Cornelis Escher (http://it.wikipedia.org/wiki/Maurits_Cornelis_Escher) e dell’italiano Franco Grignani (http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Grignani), possono trovare delle relazioni nella dinamica degli elettroni nelle molecole; e le strutture nell’intorno dell’equilibrio termodinamico, hanno possibili legami con alcuni quadri di vedutismo paesaggistico, realizzati da Van Gogh (http://it.wikipedia.org/wiki/Vincent_van_Gogh).
In tal senso Caglioti, con le sue dotte anteposizioni, ci consente anche di cogliere chiaramente un riferimento diretto con le discipline paesaggistiche. Ecco, il paesaggio è proprio questo, una liaison dangereuse tra natura e cultura. Un paesaggio è sempre una “simmetria infranta”, in cui a governare è un precario equilibrio instabile.
Viene facilmente in mente quando, nel lontano 1969 l’astronauta Neil Armstrong (http://it.wikipedia.org/wiki/Neil_Armstrong), è sceso sulla Luna. Fino ad allora il nostro satellite era rimasto allo stato naturale assoluto, ma dal momento in cui è stato posto il primo piede di un essere umano su di esso, anche la Luna è diventata un paesaggio “culturale reale” (e non immaginario) collettivo. E’ stata infranta una simmetria, quella tra l’uomo, legato al suo “acquario”, il pianeta Terra, e la violazione, grazie agli apparati culturali, di un ambiente extraterrestre, ostile, avulso. Un paesaggio lentamente colonizzato, antropizzato dai residui, dai resti (rifiuti tecnologici) delle numerose missioni umane che si sono succedute e che verranno.
Con il rispetto del copyright delle immagini selezionate
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