Il Centro Direzionale di Milano Garibaldi/Repubblica/Porta Nuova, fotografato dall’Aeroporto di Bresso

La cementificazione della Pianura Padana vista da Montevecchia Alta, in direzione Bergamo

In Lombardia la Legge Regionale n°12/2005 dell’11 marzo “Legge per il governo del territorio“, ha istituito con l’articolo 81, le “Commissioni del Paesaggio”. Articolo che riporto quì di seguito.

La vaghezza del legislatore, ha fatto si, nell’indifferenza degli ordini professionali, che il ruolo dei membri delle Commissioni del Paesaggio, sia ottemperato in maniera completamente gratuita, di fatto configurandosi come totale volontariato.

Compito della Commissione per il Paesaggio è valutare l’impatto di un progetto, garantendo l’equilibrio tra la libera esplicazione del diritto di proprietà, di cui è espressione lo jus edificandi (diritto di edificare), e l’interesse pubblico alla tutela dei valori paesaggistici, che (ove pure sussistente sul piano estetico) diventa recessivo se afferente a un bene non fruibile dalla generalità indifferenziata dei consociati.

Il potere di autorizzare o negare gli interventi edilizi risiede sempre e comunque, da ultimo, in capo al Comune, al cui esercizio non può sottrarsi rimanendo sottomesso al parere della Commissione per il paesaggio, che è e rimane un organo tecnico-consultivo.

La Commissione del Paesaggio, firmando il “Verbale con cui esprime il suo parere”, di fatto però si assume (gratuitamente) la responsabilità civile e penale di quanto espresso nel suo parere tecnico- consultivo. Esemplare in tal senso il “Caso Milano” – https://www.rainews.it/tgr/lombardia/video/2024/11/commissione-paesaggio-milano-inchieste-a719b648-0f3e-4e8b-88c3-621eda064b50.html

Da Montevecchia Alta guardando verso Milano

Ma cosa è il “Paesaggio”………..

La Convenzione Europea del Paesaggio (è un documento firmato il 20 Ottobre 2000 a Firenze ed è parte del lavoro del Consiglio d’Europa sul patrimonio culturale e naturale, sulla pianificazione territoriale e sull’ambiente), considera il paesaggio come  “determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”  è la  “componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale, nonché fondamento della loro identità”.

Il termine “paesaggio” definisce quindi una parte di territorio che viene riconosciuta o meglio percepitadalle popolazioni che abitano tale luogo.

Questo riconoscersi delle popolazioni in un territorio è strettamente legato alle forme spaziali e temporali che la popolazione stessa percepisce nel luogo, permettendole di  disegnare e dare forma al territorio. Questo carattere del paesaggio è legato quindi a fattori naturali e a fattori culturali/antropici, chiarendo definitivamente che il concetto di paesaggio non è definito solo dall’ambiente ma soprattutto dalle trasformazioni che le popolazioni riversano sui loro territori, per determinare un connubio che ci permette di osservare “quel paesaggio” e riconoscerlo come tale.

La “giungla” di antenne sui tetti del centro di Roma

L’Arno a Firenze fotografato dalle “finestre Mussolini” del Corridoio Vasariano

Torre Unicredit vista da Piazza XXV Aprile – Paesaggi vecchi e nuovi che si confrontano

Anni fa lo storico e teorico del paesaggio italo-svizzero Michael Jakob ha scritto che il paesaggio: «non sarebbe un concetto misurabile, identificabile e oggettivo, bensì un fenomeno che si sottrae a qualunque tentativo di fissarlo; la sua rappresentazione, con parole o immagini, si scontra con l’identità fluttuante, aperta e forse irritante del fenomeno».

Sempre uno svizzero rinomato, il sociologo, urbanista e soprattutto promenadologo Lucius Burckhardt, affermò che: «Il paesaggio è un costrutto. Questa parola per significare che il paesaggio non va ricercato nei fenomeni ambientali, ma nelle teste degli osservatori.» Insomma, non è concetto semplice da maneggiare, quello di “paesaggio”, nonostante sia tra quelli più utilizzati da chiunque quando vi sia da descrivere il mondo che ci circonda; parimenti la sua “gestione” non è facile dal punto di vista politico – quello principale, in effetti – stante questa sua indeterminatezza, e non di rado in forza di essa accadono cose opinabili anche se di testi che trattano tali argomenti, e che appaiono utili alla loro conoscenza e competenza, ne siano stati prodotti innumerevoli e molti di grande rilevanza.

Gli architetti che fanno volontariato gratuito presso le Commissioni del Paesaggio di fatto sono, in balia della loro condizione poco definita di dover tutelare un “Paesaggio” che in Italia è poco trattato e non bene definito.

Sono, gli architetti, in balia (NDR – e lo dice uno che per 14 anni è stato membro di Commissioni del Paesaggio in diversi comuni del milanese) delle pulsioni edificatorie delle amministrazioni comunali, ed essendo un organo puramente consultivo, esprimono un parere, facilmente by-passabile da semplici determine dirigenziali.

Il Paesaggio diventa quindi un “minuetto”, una “recita”, una “sceneggiata” fatta per “riempire” la bocca dei politici locali.

Di fronte a progetti “obbrobriosi”, non riformabili con modifiche, o a “storture urbanistiche” (tipologiche, dimensionali, ecc.) fissate, spesso per motivi politici nei PGT (Piani di Governo del Territorio), ai membri che hanno intenzione di “Salvare il Paesaggio”, o quello che ne resta, non rimane che dimettersi (NDR – come ho più volte fatto).

Diversamente in molti Paesi europei, come la Svizzera, il paesaggio da decenni è studiato e normato, ed ogni anno “fissato” in appositi convegni e ricerche pubbliche destinate a definirne, per gli utenti e gli operatori, le mutevoli caratteristiche (https://www.fedlex.admin.ch/eli/cc/1966/1637_1694_1679/it)

Autostrada A2 – E35 (La via delle genti). Scavalcamento paesaggistico/naturalistico a Quinto.

Come scriveva Andrea Zanzotto (1921 – 2011) che è stato uno studioso del paesaggio e partigiano italiano, tra i più significativi poeti italiani della seconda metà del Novecento : ” Un bel paesaggio una volta distrutto non torna più.”

Ma di ciò, in Italia, ai più importa poco; appena si può lo si “macella” il Paesaggio, senza nessun ritegno.

La Torre Velasca e l’abside del Duomo di Milano, visti dall’ ultimo piano della ex Torre Tirrenia, in Piazzetta Liberty

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